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Data: 14/02/2014
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Verso il voto a Teramo - Brucchi contro tutti. Già in quattro sfidano il sindaco

TERAMO In quattro a sfidare Maurizio Brucchi che si ricandida a sindaco di Teramo. Forse troppi galli nel pollaio che portano l’esponente del Pdl a sentirsi quasi tranquillo. Il Partito Democratico non è stato capace, nel corso degli anni, di trovare un antagonista e costruire un progetto politico intorno a lui. Anzi, il contrario. Il Pd è stato capace di gettare al vento il lavoro del capogruppo Giovanni Cavallari che dopo essere stato gettato allo sbaraglio ha preferito fare un passo indietro, dimettendosi anche da consigliere comunale. Un Pd incapace e incerto, dove il segretario comunale Alberto Melarangelo, ha brillato per assenza e mancanza di progettualità. Così anche l’alternativa «giovane», con Gianguido D’Alberto è venuta meno in poche ore. Il Pd ha quindi optato su una scelta obbligata, tanto da non dover nemmeno proporre le primarie. Sarà Manola Di Pasquale a sfidare Brucchi. A sinistra del Pd la nomina di Manola non piace, così Sinistra e Libertà, insieme alla lista civica di Valdo Di Bonaventura, ha scelto Graziella Cordone. Infermiera, giovane che ha partecipato a diverse battaglie civili per i diritti dei cittadini e dei malati. Una proposta che potrebbe raccogliere più di quanto le liste in sè che la sostengono sono capaci di portare. Gli altri due candidati ufficiali sono Gianluca Pomante, che rappresneta il gruppo Teramo 3.0. Una lista civica di chi non crede nelle attuali forze politiche, che ritiene di diventare dirompente nelle sclte della futura classe dirigente. Pomante poteva trovare un accordo con Manola Di Pasquale e scegliere una via comune con un candidato unico. Ma la griglia di richieste troppo stretta non è stata accettata dal Pd.

Il quinto candidato già ufficializzato è quello del Movimento 5 stelle. Ha appena 23 anni il candidato grillino alla carica di sindaco di Teramo. Studente di giurisprudenza, da otto anni arbitro di basket, Fabio Berardini è stato scelto quasi all’unanimità dall’Associazione Cinque Stelle. È però riuscito ad ottenere la candidatura con appena trentaquattro preferenze. I dubbi ci sono.

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