Iscriviti OnLine
 

Pescara, 15/05/2025
Visitatore n. 743.953



Data: 14/02/2014
Testata giornalistica: Il Fatto Teramano
Crollo del centrodestra regionale: l’obiettivo è salvare almeno il Comune di Teramo

Brucchi go home- Facciamo un po’ di conti. Il centrodestra ha già perso le elezioni regionali del 25 maggio prossimo, anche se il centrosinistra non schierasse D’Alfonso e candidasse una scatoletta di tonno alla carica di Governatore.

L’obiettivo è quello di una caduta onorevole. E siccome Gianni Chiodi è una candidatura disonorevole (in quanto disonorato), il bel Gianni è stato cordialmente accompagnato alla porta di servizio, per lasciarlo ai suoi lupanari.

Il centrosinistra eleggerà 18 consiglieri regionali di maggioranza più il presidente eletto. Le opposizioni avranno 12 consiglieri di minoranza. Ammesso che il centrodestra arrivi secondo (perché c’è il grosso rischio che faccia terzo dietro al M5S), facilmente i posti in consiglio saranno 6 in tutto per la coalizione.

In pratica, senza essere dei ragionieri, è molto verosimile che verrà eletto un solo consigliere di Forza Italia per ogni provincia (più un paio in totale fra NCD e ipotetiche liste d’appoggio), e quindi uno solo pure a Teramo. Molto plausibile che si tratti di Paolo Gatti, cioè di colui che vanta (o meglio: vantava) maggiori preferenze personali.

E gli altri? E Lanfranco Venturoni? E Mauro Di Dalmazio? E Giandonato Morra? E Giorgio D’Ignazio (che aspira da una vita)? E Elicio Romandini (che si è dimesso da assessore provinciale per aspirare pure lui all’emiciclo)? C’è aria da “tutti a casa”.

Disperazione. Necessità di un Piano B. Si potrebbe ripiegare su Teramo, in attesa di tempi migliori. Si “deve” ripiegare su Teramo. Il Comune di Teramo deve restare al centrodestra, altrimenti è la fine di una classe dirigente. Tanto il PD una mano non la nega e Ginoble è sempre un amico fidato.

E allora? Di Dalmazio si è presentato al Comune anche la volta scorsa, risultando primo per numero di preferenze. Potrebbe ripresentarsi con i cocci della sua lista ex-civica (oggi: Forza Italia 2). Venturoni, Morra e D’Ignazio potrebbero ricandidarsi come consiglieri comunali e asserragliarsi nel fortino comunale per non scomparire del tutto.

Ma anche il Comune appare compromesso: se non si vince (come sembra ormai certo) al primo turno, il ballottaggio si annuncia una cavalcata trionfale antiBrucchi, con il vincente centrosinistra regionale pronto a salire a Teramo a fare strage di avversari, oltre alle immense folle prontissime a salire sul carro dei vincitori (per questo è stato preso un TIR a tre assi: per far entrare tutti gli improvvisati quanto attesi supporters dei vincitori regionali).

Serpeggiano altri timori e paure: siamo sicuri che quella di Brucchi sia la scelta migliore per tentare di mantenere il Comune di Teramo al centrodestra? Non sarebbe meglio cambiarlo in corsa per sostituirlo con un candidato più spendibile o almeno più simpatico?

Comunque vada, un dato è chiaro a tutti: questa classe dirigente teramana è sembrata di livello solo perché per dieci anni si è trovata di fronte un branco di incapaci. Tanto è vero che quando si è misurata sul banco di prova regionale i risultati sono stati disastrosi: fabbriche e imprese chiuse, record di fallimenti, tasse alle stelle, disoccupazione al galoppo, cervelli in fuga, professionalità disperse, artigianato scomparso, commercio in ginocchio, idee zero e solo una spruzzata di clientele che non hanno prodotto nessunissima vitalità.

L’Abruzzo si sta gemellando con il deserto del Sahara.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it