PESCARA L'ultima «buona» azione del Governo Letta è un colpo al cuore dell'aeroporto d'Abruzzo. Ieri, nella riunione di congedo, il Consiglio dei ministri ha impugnato la norma con la quale la Regione avrebbe dovuto finanziare con 5 milioni e 800mila euro il Piano marketing dello scalo. E' già la seconda volta che accade dopo che la Corte Costituzionale, su iniziativa del precedente Esecutivo guidato da Mario Monti, aveva già dichiarato incostituzionale una analoga norma della stessa Regione con la quale si disponeva un identico finanziamento a favore della Saga, la Società di gestione dell'aeroporto. Ma è significativo che un Governo, sia pure uscente, si pronunci nuovamente contro un Piano marketing che ha lo scopo di promuovere lo sviluppo economico dell'Abruzzo attraverso il potenziamento dell'unico scalo aereo presente sul suo territorio. «Per l'ennesima volta la motivazione dell'impugnativa è la discutibilissima disciplina europea sugli "aiuti di Stato", - ha commentato Maurizio Acerbo, consigliere regionale di Rifondazione comunista, il solo ad accorgersi della decisione del Governo Letta, - che i partiti di centrodestra e centrosinistra hanno colpevolmente sostenuto in sede nazionale ed europea». Acerbo sostiene che la decisione di ieri «è un atto dovuto, di certo, però, è una decisione che apre la strada allo smantellamento di molti aeroporti italiani, giacché molti di essi vivono grazie alle risorse pubbliche. Se non si pone la questione a livello nazionale e comunitario l'aeroporto d'Abruzzo non avrà molto futuro». Nel dispositivo della Corte Costituzionale, la motivazione dell'impugnativa è chiara: «...la legge regionale è censurabile poiché si configura come aiuti di Stato e viola dunque l'articolo 117, comma 1, della Costituzione. La citata disposizione regionale prevede un finanziamento di oltre 5 milioni di euro a favore della Saga. Il finanziamento previsto, inoltre, non risulta essere stato sottoposto al vaglio della Commissione Europea che avrebbe dovuto valutare la compatibilità della norma con l'impatto sulla concorrenza degli scambi tra Paesi membri, e si configura, quindi, come un aiuto di Stato non autorizzato. L'ammontare dell'agevolazione attribuita all'aeroporto d’Abruzzo, infine, risulta nettamente superiore al massimo consentito (200mila euro in tre anni)».