«La mania di grandezza ci ha regalato già una catastrofe con la diga foranea e il molo di levante. Il fatto che centrodestra e centrosinistra appaiano d'accordo sul nuovo piano regolatore portuale non è rassicurante, visto che anche allora la Provincia di D'Alfonso e il Comune di Pace condivisero l'opera e la decisione di non sottoporla a valutazione d’impatto». Così il consigliere comunale e regionale di Rifondazione comunista, Maurizio Acerbo, ribatte all’assessore al Porto, Antonio D’Intino, che nei giorni scorsi aveva annunciato la volontà della Regione di chiudere la procedura di Valutazione ambientale strategica (Vas) sul piano regolatore portuale entro fine febbraio. «Come fa ad andare avanti», si chiede Acerbo, «un progetto che ha visto le osservazioni contrarie di tutta la marineria e persino dell'ordine degli ingegneri? Non vorrei che autorità locali e operatori si facciano più o meno in buona fede artefici dei disegni della lobby di tecnici, imprese e ambienti ministeriali che ha già massacrato Pescara e il suo porto».