PESCARA Guerino a Testa bassa. Pronto a tutto, anche a far saltare il banco e andare alle elezioni con una sua lista, il delfino del senatore Gaetano Quagliariello sfida Luigi Albore Mascia in campo aperto. Pronto a scontentare la moglie Connie proprio a San Valentino: "Non ho fatto in tempo neanche a farle un regalo e a portarla a cena, vuol dire che mi farò perdonare portandole in dono la fascia tricolore di sindaco". L'ex presidente della Provincia, che ha tolto la "ex" ritirando le dimissioni dopo venti giorni, ha consumato ieri la rottura fra il Nuovo centrodestra che lo sostiene e Forza Italia, che invece perora la causa di Mascia. "Non accetterò candidature imposte dall'alto, dai tavoli romani. - avverte - Per me, il nome deve uscire da una competizione alla luce del sole e, in questo senso, il responso può venire solo dai cittadini di Pescara. Sono loro che devono dire chi è il candidato più idoneo, non i comitati ristretti e quant'altro. Ecco perché non vedo altro metodo se non quello delle primarie. E all'amico Luigi dico che accetterò lealmente il risultato delle primarie, quale che sia. Se vincerà lui lo sosterrò in campagna elettorale dal primo all'ultimo giorno, così come sarebbe giusto che lui facesse con me in caso contrario". L'amico Luigi, come lo chiama Testa, non ci sente da questo orecchio e ribadisce: "Io sono un uomo di partito e alle disposizioni di partito mi attengo. C'è un coordinatore regionale che è Nazario Pagano e c'è una commissione nazionale guidata da Altero Matteoli: mi rimetterò a quello che decideranno loro". Sapendo, aggiungiamo noi, che Forza Italia non vuole primarie o show-down di sorta e che appoggia strenuamente la ricandidatura di Mascia. Una strada che secondo Testa è un vicolo cieco: "Con tutto quello che è successo e che può succedere - sottolinea - come si fa a non capire che non è più impossibile imporre le candidature, ma condividerle con i cittadini. Se siamo al minimo storico di popolarità per la politica è colpa proprio di questi metodi, giochini che la gente non capisce e non accetta più. Il boom dei movimenti di protesta, su tutti i 5 stelle, evidentemente non ha ancora insegnato nulla". Convinto di avere il miglior profilo (anche su Facebook) rispetto a Mascia, Testa ha pizzicato il sindaco uscente alla sua maniera: "La sua ambizione a ricandidarsi è più che legittima, ma non deve coincidere con l'impedimento, per me e per altri, a coltivare lo stesso desiderio. Ritengo che il mio desiderio sia comprensibile, legittimo, oltre che suffragato da un buon consenso, non solo quello registrato quasi cinque anni fa, ma quello che colgo quotidianamente". Un consenso che ieri si poteva cogliere anche dalle presenze all'incontro tenuto al Caffè letterario: fra i suoi grandi elettori c'è, ad esempio, Michele Russo, presidente della Gtm, e Raffaele Delfino, entrambi in rotta di collisione da tempo con Mascia. Russo si è affrettato a precisare che "il mio è un sostegno personale, siamo amici da molti anni"; meno scntate le parole su Mascia: "Ha chiesto l'investitura ufficiale... mica stiamo parlando di una monarchia, qui invece serve un confronto democratico, aperto per scegliere il miglior candidato".