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Pescara, 15/05/2025
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Data: 15/02/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Toto-ministri, spuntano i sindaci Emiliano (Bari) e De Luca (Salerno)

ROMA Cinque ministri Pd, tre del nuovo centrodestra, uno di Scelta civica e quattro o cinque tecnici. Questa è la squadra “snella” del governo Renzi nelle intenzioni del nuovo premier, salvo naturalmente gli esiti del tira e molla tradizionale in questi casi. Volti nuovi, persone competenti, dicono i renziani. Ma soprattutto una solida maggioranza per il segretario del Pd in consiglio dei ministri. Le conferme riguarderanno solo Beatrice Lorenzin (Sanità), Maurizio Lupi (Infrastrutture), entrambi alfaniani, Andrea Orlando (Ambiente) ed Emma Bonino (Esteri, caldeggiata da Napolitano, che vuole continuità nella politica estera). Angelino Alfano rimarrebbe vicepremier ma lascerebbe gli interni, ministero pesante, che andrebbe a un esponente del Pd (ci punta Dario Franceschini, ma in lizza c'è pure Graziano Delrio, renziano fedelissimo). Per il dicastero delle Infrastrutture circolano però anche i nomi di due sindaci: quello di Bari Michele Emiliano («Pronto a obbedire», ha già fatto sapere, e quello di Salerno Vincenzo De Luca. Altro dicastero di rilievo è quello dell'Economia, per il quale i nomi in pista sono diversi. C'è Lucrezia Reichlin, già alla Bce con Trichet, figlia dell'ex deputato del Pci e di Luciana Castellina, tra le fondatrici de "Il Manifesto". Ma si parla anche di Tito Boeri, Carlo Padoan, Fabrizio Barca e Lorenzo Bini Smaghi (ex del board Bce). Stefania Giannini, segretario di Scelta civica, dovrebbe sostituire Maria Chiara Carrozza all'istruzione. Poi c'è l'ondata dei giovani renziani. Maria Elena Boschi potrebbe finire alle Riforme. Marianna Madia al Lavoro, Andrea Guerra (ad di Luxottica) allo Sviluppo economico. Qui però le resistenze della minoranza Pd (che perderebbe Flavio Zanonato) potrebbero indirizzare la scelta verso un Tito Boeri o anche Guglielmo Epifani. L'ex segretario del Pd è vociferato però anche per il Lavoro. Tra i nuovi entrati con la benedizione di Renzi ci potrebbe essere Oscar Farinetti, fondatore di Eataly, all'agricoltura, con una particolare delega per la promozione del made in Italy. Quanto alla delicata poltrona della Giustizia, è sicura la partenza della discussa Anna Maria Cancellieri. Renzi starebbe pensando a Michele Vietti, vicepresidente in scadenza del Csm.

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