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Data: 16/02/2014
Testata giornalistica: La Repubblica
Totoministri, spunta Mauro Moretti di Ferrovie. Tris di tecnici per la Giustizia

ROMA — Nel giorno delle consultazioni Matteo Renzi resta a Firenze per lavorare alla squadra di governo. Tra le novità spunta il nome di Mauro Moretti, che potrebbe andare alla guida di un ministero economico di peso. Ma sono due gli incontri che segnano la giornata del premier in pectore: quello con Andrea Guerra e quello con Alessandro Baricco.

A Guerra, amministratore delegato di Luxottica, Renzi fa un’offerta allettante: diventare superministro accorpando lo Sviluppo economico e il Lavoro. Guerra resiste, è più orientato a declinare la lusinghiera offerta ma ha chiesto al segretario 24 ore di tempo per pensarci su. Da Luxottica trapela che avrebbe rassicurato i collaboratori di non avere intenzione di lasciare l’azienda.

Se Guerra è in bilico, Baricco ha declinato l’invito di Renzi che gli avrebbe voluto affidare la Cultura. Dopo il faccia a faccia di ieri lo scrittore ha fatto sapere di essere pronto a collaborare con il futuro premier ma senza prendere la guida di un ministero. Così ai Beni culturali potrebbe approdare Dario Franceschini, tra i grandi sponsor del nuovo governo e ministro uscente con Letta.

Il punto fermo della squadra sarà Graziano Delrio prossimo sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Ma la pedina che in queste ore preoccupa di più Renzi è quella dell’economia. In Via XX Settembre serve una personalità che rassicuri Bruxelles e Francoforte. Nei giorni scorsi Renzi ha sondato Lucrezia Reichlin, con la quale i contatti non sarebbero stati positivi. Non sarebbe andata in porto nemmeno l’idea Bini Smaghi e ora salgono le quotazioni di Fabrizio Barca (ministro con Monti) che oltre a conoscere bene il Tesoro ha il pregio di essere un politico, requisito gradito in Italia e all’estero dopo due ministri tecnici consecutivi. In corsa resta anche Pier Carlo Padoan, ex numero due dell’Ocse appena approdato all’Istat. Romano Prodi ha invece escluso categoricamente di poter sbarcare al Tesoro. Restando ai ministeri economici, la novità è rappresentata dall’amministratore delegato delle Ferrovie Mauro Moretti, che Renzi vorrebbe in squadra: per lui facile pensare alle Infrastrutture o allo Sviluppo in caso di no da parte di Guerra. Nel qual caso al Lavoro potrebbe andare Tito Boeri o Marianna Madia, mentre resta la voglia del futuro premier di creare un ministero per promuovere l’Italia all’estero da affidare a Montezemolo.

Renzi lavora anche per trovare il nuovo ministro della Giustizia. Se scende il nome del vicepresidente del Csm Michele Vietti, spunta una rosa di tre nomi: il presidente della Corte d’Appello di Torino Mario Barbuto, simbolo dell’efficienza grazie agli zero arretrati del suo ufficio; Andrea Proto Pisani, avvocato e professore di procedura civile a Firenze; Livia Pomodoro, presidente del Tribunale di Milano. Agli Esteri è possibile la conferma di Emma Bonino, anche se in queste ore tra i renziani di stretta osservanza si parla di un avvicendamento: al suo posto potrebbe arrivare un alto quadro della Farnesina (magari una donna) o Lapo Pistelli (Pd), viceministro degli Esteri con Letta.

Agli Affari europei probabile la conferma di Enzo Moavero, apprezzato in Italia e nelle cancellerie europee capace di sostenere i negoziati in corso con l’Unione e a dare continuità alla preparazione della presidenza italiana dell’Ue. Se dovesse essere sostituito girano i nomi di Federica Mogherini (Pd) e di Sandro Gozi (Pd), presidente della delegazione italiana al Consiglio d’Europa, un passato alla Commissione Ue e una buona rete di conoscenze a livello continentale.

Il Nuovo Centrodestra di Alfano vuole tre ministri (con Letta ne aveva cinque) mentre Renzi gliene vuole assegnare due. Quagliariello lascerà le Riforme per dedicarsi al lancio del partito (al suo posto dovrebbe arrivare la renziana Boschi), Alfano preme per rimanere agli Interni così come al loro posto vorrebbero restare Lupi (Infrastrtture) e Lorenzin (Salute). Scelta Civica vorrebbe due ministeri: probabile l’ingresso del segretario Stefania Giannini (Istruzione) che nel caso di un esecutivo ad alto tasso politico con più vicepremier potrebbe sbarcare a Palazzo Chigi. I Popolari vogliono confermare Mario Mauro, che spera di restare alla Difesa per dare continuità al proprio lavoro. In alternativa salgono le quotazioni di Emanuele Fiano (Pd) ma resta in corsa Roberta Pinotti (Pd). All’agricoltura in pole il renziano Ernesto Carbone.

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