PESCARA Poteva essere l’occasione di un rinnovo radicale. Invece la vecchia politica, i vecchi metodi, hanno di nuovo prevalso. Una logica spartitoria ha fatto sì che ieri mattina la giunta regionale confermasse Mario Amicone alla direzione generale dell’Arta, l’Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente. 70 anni l’11 settembre del prossimo anno, un passato da funzionario della prefettura di Chieti, da consigliere prima e assessore regionale poi, sembrava destinato alla pensione. Non l’ha pensata così l’assessore Mauro Di Dalmazio che ieri mattina, a sorpresa, ha presentato la delibera di rinnovo dell’incarico per altri tre anni a sorpresa. Una delibera «fuori sacco», si dice in gergo politico, non prevista all’ordine del giorno, di quelle che poi è difficile dire di no. Così è stato lo stesso presidente Gianni Chiodi a sponsorizzare l’ennesimo incarico a Mario Amicone. Una scelta che blinda l’esponente politico chietino, che lo costringerà a fare campagna elettorale per il centrodestra e forse a indicare un proprio candidato a sostegno della coalizione di Gianni Chiodi.
Da quanto si è appreso questa scelta dal sapore di antico, di vecchi metodi di fare politica non sarebbero piaciuti all’assessore ai trasporti Giandonato Morra che al momento del voto avrebbe scelto di abbandonare la riunione di giunta.
«Una scelta che prevede un incarico di tre anni ma che tra pochi mesi potrebbe decadere con lo spoil system - afferma un assessore - la proposta di Chiodi l’abbiamo votata all’unanimità». Se dopo maggio il ruolo di Amicone potrebbe venire meno poco si spiega questa fretta che Di Dalmazio aveva nel proporre con urgenza l’approvazione di questa delibera. Certamente nell’ipotesi di una riconferma di Chiodi alla guida della Regione Abruzzo Amicone avrebbe in tasca l’assegno della riconferma fino al 2017. Un incarico d’oro visto che all’Arta Amicone, alla faccia dei tagli dei costi, può ancora contare su auto blu e autista personale, su una carta di credito per le spese di rappresentanza e su benefit che in molte altre istituzioni della Regione sono stati cancellati da tempo. E Amicone è stato così bravo da meritarsi la riconferma nonostante sul sito internet dell’Arta non viene rispettata la normativa sulla trasparenza, nonostante in pochi possano conoscere quali siano, effettivamente, le decisioni prese dentro quelle stanze. Ma a Chiodi e Di Dalmazio è piaciuto così.