Si stringono i tempi per la raccolta dei dati da parte dell’Osservatorio nazionale sulle politiche del Trasporto Pubblico Locale e questa è un’ottima notizia, perché il lavoro di banca dati dell’Osservatorio è propedeutico alla definizione dei costi standard per il settore, una riforma invocata da tempo.
Aziende e amministratori locali sono sotto pressione per raccogliere la mole dei dati richiesti che devono essere forniti anche in tempi più che rapidi: nulla di male – considerato il ritardo di anni accumulato finora – se non ci si mettesse di mezzo lo zampino della burocrazia, a sua volta prigioniera di regole troppo complicate per la gestione dei processi per un’inveterata abitudine alla complicazione.
Si parla, infatti, genericamente di trasporto pubblico locale, ma in realtà bisognerebbe ammettere che ci si trova di fronte ad un settore estremamente complesso, che – anche e soprattutto per la disattenzione della politica – è cresciuto senza regole e parametri definiti e presenta oggi un volto estremamente variegato, dove convivono la grande azienda di trasporti metropolitani o regionale e la piccola azienda che utilizza il personale e i mezzi per gestire più servizi, semmai anche in comuni diversi.
Mettere ordine in questa sorta di ginepraio è il compito lodevole che si è posto l’Osservatorio e, in particolare, l’ex sottosegretario D’Angelis, che si è impegnato in prima persona per portare a termine l’impresa. Assolutamente lodevole è anche l’impegno e la collaborazione di associazioni come ASSTRA e ANAV, che raccolgono praticamente la totalità delle imprese di TPL, per raggiungere il risultato atteso.
Proprio ASSTRA ed ANAV si sono fatti promotori della richiesta di un incontro con i responsabili dell’Osservatorio per dirimere una serie di questioni e di dubbi sulla compilazione dei questionari e le stesse Associazioni stanno mettendo a disposizione tutte le loro strutture per aiutare i vari amministratori e aziende per rispondere correttamente ai quesiti. L’incontro ha confermato che i nodi da sciogliere sono numerosi e complessi, proprio perché la statistica ha forse un’ambizione per certi versi esagerata, effettuare cioè un censimento dettagliato fino all’infinitesimo di tutta la realtà del trasporto locale.
Non sarebbe stato male, invece, procedere con maggiore gradualità, con un maggior grado di semplificazione e puntando a conseguire risultati validi già nell’immediato. In pratica, dividere il settore delle grandi aziende o delle imprese con valenza trasportistica perlomeno a livello regionale o provinciale o comunale dalle micro-imprese spesso operanti in piccole realtà locali o all’interno di consorzi o via dicendo (e che potrebbero essere oggetto di un censimento a parte).
Se lo sforzo, infatti, è di arrivare a costruire dei criteri uniformi per la valutazione della produttività delle aziende non si vede quale utilità abbia confrontare abbia realtà dai contorni troppo diversi per essere paragonabili. Ma questo significherebbe per la burocrazia “scegliere” e discostarsi forse da criteri stratificati nel tempo e questa sembra un’impresa troppo complicata per un’amministrazione che si è sempre detto essere attenta più agli aspetti formali che quelli sostanziali.
Tutto ciò premesso, è evidente che l’occasione fornita dal lavoro dell’Osservatorio non può assolutamente essere sprecata e la volontà di collaborare di ASSTRA e ANAV è garanzia che a qualche risultato si arriverà: se però ci fosse anche uno sforzo per non complicarsi così tanto la vita……