TERAMO Bagni sporchi, auto parcheggiate ovunque, niente stalli dedicati, poche indicazioni e soprattutto totale assenza di ogni minima misura di sicurezza a partire dai cosiddetti "marciapiedi salvagente", che dovrebbero trovarsi tra le corsie di sosta degli autobus. Il terminal bus di Piazzale San Francesco non è altro che una delle tante espressioni di caos e degrado che si registrano in città, almeno secondo i tanti utenti che ogni giorno si ritrovano ad attendere i pullmann negli spazi dedicati all’autostazione. Perchè a parte qualche singola voce fuori dal coro il giudizio degli utenti sul terminal bus è assolutamente negativo, così come pessimo è il giudizio dei numerosi autisti di autobus costretti ogni giorno a continue ginkane tra auto parcheggiate ovunque, a schivare auto che sfrecciano contro mano, a raccogliere le tante lamentele dei pendolari. E che non esitano a definire l’autostazione teramana come una delle peggiori d’Italia. «Si tratta di un terminal pessimo - dice Salvatore Sabia, autista di pullmann - e che crea problemi a tutti, da noi autisti ai poveri cittadini. Pensate che ogni giorno, soprattutto d’inverno, si vedono poveri anziani che non fanno altro che uscire ed entrare dalla sala d’attesa dell’autostazione per vedere se arriva l’autobus. Anche perchè non sono segnalati, gli stalli non sono dedicati e quindi ogni autobus si ferma dove trova posto, cambiando stallo di volta in volta». Una sorta di caccia al tesoro, aggravata dai problemi di sicurezza legati all’assenza di marciapiedi salvagente e dalle difficoltà di manovra denunciate dagli stessi autisti. «Oltre alle auto che sfrecciano contromano, rendendo pericoloso l’ingressso nell’autostazione - continua Sabia - c’è il problema della sosta selvaggia che spesso blocca il transito». Un terminal da terzo mondo, dunque, come confermano anche diversi pendolari. Molti dei quali arrivano ogni giorno da Roma. «Una volta sono rimasto bloccato a Teramo per via di un’informazione sbagliata - ci racconta Alfonso De Caro, artista - e questo a causa dell’assoluta mancanza di indicazioni. Senza contare che mancano gli stalli dedicati, bisogna stare in continuazione a controllare, a chiedere. Eppure basterebbe mettere delle palettine, delle pensiline esterne». Dello stesso avviso Roberto Aresi, avvocato, che da Roma si reca spesso a Teramo. «Magari se arrivi e prendi subito l’autobus non ti rendi conto dei disagi - spiega - ma per chi deve sostare un po’ di più non è il massimo. I bagni sono sporchi, non ci sono strutture informative, non si sa mai da quale stallo parte l’autobus che ti interessa». Ad unirsi al coro degli scontenti anche Vincenzo Zuccarini, autista dell’Arpa, che denuncia come soprattutto intorno alle 11, con gli scuolabus parcheggiati negli stalli, si generi un caos senza precedenti. «I bagni sono sempre sporchi, d’altro canto li puliscono troppo presto - ci dice Zuccarini - e poi la sosta selvaggia impedisce agli autobus di effettuare manovre in sicurezza. Se a questo aggiungiamo che gli utenti sono costretti ad attraversare tra auto che sfrecciano in tutte le direzioni e l’assenza di percorsi in sicurezza è evidente come si rischi ogni volta un investimento. E poi la notte è veramente tutto allo stato brado». Unica voce fuori dal coro quella della signora Grazia Berti. «Io vengo a prendere l’autobus quando esco dal lavoro, non usufruisco della sala d’aspetto - commenta - e quindi non rilevo grossi problemi. Però è sempre pieno di zingari».