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Data: 20/03/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Consiglio regionale, le riforme restano al palo. Dopo cinque anni ci sono ancora tre società dei trasporti per la mancata approvazione della società unica

PESCARA Una seduta in calendario per martedì prossimo, un'altra per il 15 aprile: il Consiglio regionale è ormai un contenitore vuoto, dal 14 dicembre può operare solo in regime di prorogatio, cioè per l'approvazione di atti che abbiano i requisiti della inderogabilità e dell'urgenza. Niente leggi ordinarie, che potrebbero essere impugnate di fronte alla Corte costituzionale, e addio al pacchetto delle riforme ancora sul tavolo.

Il capogruppo del Pd, Camillo D'Alessandro: «Praticamente saltano tutte le riforme programmate nei sessanta mesi precedenti e che non è stato possibile approvare nei sei mesi successivi con il prolungamento forzato della legislatura. Dopo cinque anni ci sono ancora tre società dei trasporti per la mancata approvazione della società unica, quindi tre presidenti, tre consigli di amministrazione, tre direttori generali di Arpa, Gtm e Sangritana, tre collegi dei revisori. E ancora: cinque Ater, cinque consorzi di bonifica, tre centri di ricerca, niente riforma del servizio idrico integrato, niente nuova legge sull'urbanistica, niente legge quadro sull’edilizia. E nienteagenzia regionale per lo sviluppo, ma tre società: Fira, Abruzzo Sviluppo, Sviluppo Italia Abruzzo».
Ma Chiodi vi ricorda sempre che cinque anni fa l’Abruzzo era la Regione canaglia a causa dei debiti della sanità. «Chiodi ricordare che mesi fa si disse pronto a dimettersi da commissario se il Governo non avesse sciolto questo nodo. Poi ha cambiato idea, ma questo conferma il suo fallimento come commissario».
Perché, i conti oggi non sono in ordine?«I fatti dicono altro. Il commissariamento della sanità si sarebbe dovuto concludere con il risanamento. Ma non è avvenuto perché il risanamento, come noi diciamo da anni, non è certo neanche dal punto di vista contabile: l'indebitamento cresce di 70-80 milioni di euro l'anno e non sono stati raggiunti neanche gli obiettivi legati all'emergenza-urgenza e ai livelli essenziali di assistenza. Chiodi lascia una Regione commissariata».
Va ricordato, però, l'arresto di Del Turco e il debito di oltre 500 milioni ereditato nel 2008 dal centrodestra.«Questo è il ritornello che ripete Chiodi, ma si parla solo degli ultimi tre anni, dimenticando che l'indebitamento era cresciuto in modo esponenziale tra il 2000 e il 2005, con la giunta Pace, mentre nel triennio successivo è iniziato a scendere, proprio per il piano di riordino e le riforme messe in atto dalla giunta Del Turco».

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