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Pescara, 15/05/2025
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Data: 17/05/2014
Testata giornalistica: Il Centro
La marineria sospende la protesta. Gli armatori non bloccano l’Asse attrezzato e chiedono l’intervento del prefetto. D’Antuono: incontrerò Regione e Inps

PESCARA I toni duri dei blocchi di piazza lasciano il posto alla conciliazione con le istituzioni, ma a patto di ricevere i soldi arretrati prima delle elezioni. Lasciati da parte, almeno per il momento, gli scontri a muso duro e l’occupazione forzata dell’Asse attrezzato, la marineria ripiega su una richiesta accorata al prefetto. «Ci hanno preso sistematicamente in giro», dice Mimmo Grosso in rappresentanza delle 200 famiglie di pescatori, «un anno fa abbiamo messo fine alle proteste dietro la promessa di ricevere quanto prima i soldi che ci spettano. Invece non è cambiato nulla e noi stiamo ancora aspettando». Succede così che, ieri mattina, al termine di un’assemblea animata nella sede dell’Associazione armatori, la marineria compatta decida di far rientrare l’occupazione annunciata dell’Asse attrezzato. Niente protesta per strada e nessun disagio per la circolazione. Piuttosto i pescatori decidono di andare a portare le proprie ragioni al prefetto Vincenzo D’Antuono, in qualità di garante dei diritti dei cittadini e dei rapporti con le istituzioni. La richiesta è che la Caripe anticipi le somme destinate alla marineria prima del 25 maggio, giorno in cui si tornerà alle urne per il rinnovo dei consigli regionale e comunale. Gli 11 mesi di stop forzato dello scorso anno, infatti, hanno avuto conseguenze disastrose sulla pelle dei marinai, che adesso si ritrovano con un mercato della pesca ridotto all’osso e con le difficoltà quotidiane determinate dalle cattive condizioni atmosferiche e dall’insabbiamento del porto che si è ripresentato dopo nemmeno un anno dal dragaggio. «Aprile è stato un mese terribile», rimarca Grosso, «e maggio si prospetta ancora peggio visto il maltempo. Poi andremo incontro all’estate che è un periodo di magra. Senza gli incentivi che ci spettano e senza certezze per il futuro non sappiamo più come andare avanti. Dovete dirlo al presidente della Regione Gianni Chiodi e agli assessori Carlo Masci e Mauro Febbo«. I rappresentanti della marineria, accompagnati da Mario Sorgentone, hanno fretta e reclamano il pagamento degli incentivi del fermo biologico, degli arretrati della cassa integrazione del 2013, da gennaio a maggio più il mese di agosto, oltre ai 2 milioni e mezzo compresi nel decreto sviluppo. «Prima non lavoravamo e stavamo senza soldi», dice Doriano Camplone, «adesso lavoriamo, ma stiamo senza soldi lo stesso. Hanno detto che si impegnavano a risolvere i nostri problemi e che ci avrebbero dato una pioggia di denari, invece l’unica acqua ci è arrivata dal mare e dal cielo. Quelle stesse persone si sono ripresentate a chiederci la fiducia per i prossimi cinque anni, senza preoccuparsi delle nostre duecento famiglie, lasciate sole per un anno intero». «Ci dispiace dover alzare i toni e fare cose che non sono nel nostro costume», ribatte Romeo Palestini, «ma noi non ce la facciamo più ed è la disperazione che fa uscire il lupo dalla tana». D’Antuono, dopo aver ascoltato le ragioni dei pescatori, si è detto «onorato di essere stato scelto come interlocutore». «Lunedì è stimata la firma della delibera per i 2,5 milioni del decreto sviluppo», aggiunge il prefetto, «parlerò alla Regione chiedendo quali saranno i tempi tecnici per erogare le somme. Per la cassa integrazione invece mi rivolgerò all’Inps e se sarà necessario andremo anche a Roma, considerato che si avvicina il periodo del nuovo fermo biologico».

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