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Pescara, 15/05/2025
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Data: 10/06/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Regione, tra stasera e domani la proclamazione dei consiglieri. I nomi: la Sclocco c’è, D’Ambrosio non ce la fa. Di Stefano e Febbo «Forza Italia è ora di cambiare»

L’AQUILA Stasera, domani al massimo dovremmo conoscere i i volti del nuovo Consiglio regionale. La commissione elettorale, cui spetta la proclamazione, si riunirá oggi in Corte d’Appello all’Aquila. I sospirati dati mancanti delle circoscrizioni di Pescara e Chieti sono giunti ieri alla Corte. Dopo l’acquisizione di Teramo e L’Aquila il lavoro dell’ufficio centrale regionale è rimasto sospeso per alcuni giorni. Ieri intorno all’ora di pranzo è arrivato il plico dal tribunale teatino. Nel tardo pomeriggio quello da Pescara. «Le 1.673 sezioni sono state riepilogate in un tempo consono di circa quindici giorni» dicono dalla Corte. Nelle elezioni del dicembre 2008 il Consiglio fu proclamato dopo venti giorni.
All’epoca, inoltre, era in vigore la legge elettorale statale, la cui applicazione non riservava sorprese. Ma la commissione non arriva impreparata alla riunione di oggi. Giá nelle scorse due settimane, infatti, membri e funzionari si sono confrontati per sanare i dubbi sulle possibili interpretazioni. Sebbene nell’ufficio centrale regionale sia stato mantenuto un esemplare riserbo, emerge una linea di rigore interpretativo. La commissione si atterrá in modo letterale alla norma, sebbene questo possa portare a casi controversi legati, tra l’altro, alla gestione dei cosiddetti resti. Il timore è che l’applicazione pedissequa della legge possa portare risultati inattesi, con il caso paradossale che entri in Consiglio chi ha preso meno voti, rispetto a chi, con un bottino maggiore, rimarrá fuori.
Ma nella Corte sono fiduciosi. La legge c’è, il regolamento attuativo anche. A sciogliere i nodi avvelenati, creatisi nelle ultime due settimane, sará una commissione elettorale tutta al femminile: presidente il giudice Rita Sannita, consigliere i magistrati Rita Silvia Fabrizio e Armanda Servino, segretaria Marisa D’Ulisse. I magistrati supplenti sono Elvira Buzzelli e Armando De Aloisio. L’interpretazione della norma, che avverrá oggi, consentirá sia di conoscere il risultato definitivo delle elezioni regionali, che di sbloccare gli annunciati ricorsi e le istanze. In attesa della proclamazione, come da procedura, è stato, infatti, congelato ogni atto che metta in discussione la tornata elettorale. Tra questi, anche alcune istanze che sarebbero state presentate dal centrodestra per verificare la validitá cronologica dell’atto di collegamento delle liste al presidente Luciano D’Alfonso. Anche chi intende ricontare i propri voti, ricorrendo al Tar, dovrá attendere. Il presidente della Corte rimanda tutto a dopo la proclamazione.

I NOMI.La Sclocco c’è, D’Ambrosio non ce la fa

L’AQUILA In attesa dell’ufficializzazione degli eletti siamo comunque in grado di definire la composizione del nuovo Consiglio regionale con un accettabile margine di sicurezza. Ecco chi siederà tra pochi giorni nell’aula di Palazzo dell’Emiciclo, dunque.
Maggioranza, diciotto consiglieri. Presidente della Regione: Luciano D’Alfonso. Partito democratico, dieci consiglieri: Silvio Paolucci, Dino Pepe, Pierpaolo Pietrucci, Donato Di Matteo, Giuseppe Di Pangrazio, Sandro Mariani, Camillo D’Alessandro, Alberto Balducci, Luciano Monticelli, Marinella Sclocco. Abruzzo civico, due consiglieri: Andrea Gerosolimo, Mario Fiorentino Olivieri. Regione facile, due consiglieri: Alessio Monaco, Lorenzo Berardinetti. Italia dei valori, un consigliere: Lucrezio Paolini. Sel, un consigliere: Mario Mazzocca. Centro democratico, un consigliere: Maurizio Di Nicola.
Minoranza, tredici consiglieri. Primo degli sconfitti tra i candidati presidente: Gianni Chiodi. Movimento 5 Stelle, sei consiglieri: Sara Marcozzi, Domenico Pettinari, Pietro Smargiassi, Riccardo Mercante, Gianluca Ranieri, Leandro Bracco. Forza Italia, quattro consiglieri: Paolo Gatti, Mauro Febbo, Lorenzo Sospiri, Emilio Iampieri. Nuovo centrodestra, un consigliere: Giorgio D’Ignazio. Abruzzo futuro, un consigliere: Mauro Di Dalmazio.
I nodi che restavano da sciogliere hanno quindi svelato come Marinella Sclocco sia il decimo consigliere del Pd, e adesso potrà occupare il posto destinato ad una donna nella giunta regionale di D’Alfonso, liberando l’assessorato esterno per Giovanni Lolli che sarà anche vice governatore; come Giorgio D’Ambrosio non ce l’abbia fatta a conquistare un seggio all’Emiciclo nonostante i suoi 1.366 voti (tanti ne risultavano nel conteggio ufficioso, si attende il numero definitivo che comunque non servirà ad aprire la strada per L’Aquila al politico di Pianella); come le voci che volevano il seggio di Sel assegnato al teramano Vincenzo Cipolletti, pur con la metà dei voti, appena seicento uno più uno meno, rispetto al pescarese Mazzocca, fossero soltanto indiscrezioni come del resto inevitabile vista la confusione che ha contraddistinto la fase post-elettorale; come i seggi dei 5 Stelle siano effettivamente sei, cancellando le speranze di un posto in più per Forza Italia (Nazario Pagano) e dell’unico posto per Fratelli d’Italia-An (Etelwardo Sigismondi).

Di Stefano e Febbo «Forza Italia è ora di cambiare»
Tanta gente a Dragonara. Pagano non c’è: «Niente
strappi, solo confronto»

CHIETI Niente drammi, «si riparte da qui» dice Gianni Chiodi abbracciando il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, dopo la sofferta vittoria contro Manola Di Pasquale, vicinissima alla clamorosa rimonta nei tempi supplementari. Nelle stesse ore, a Pescara, si consumava lo psicodramma di una sonora sconfitta per Forza Italia, con Marco Alessandrini che doppiava l'uscente Luigi Albore Mascia. Certo, c'è anche l'exploit di Montesilvano. Ma non basta guardare al bicchiere mezzo pieno, pura esercitazione accademica del dopo voto che non regge più davanti agli elettori.
Così, mentre il coordinatore regionale Nazario Pagano rinvia la riunione con i vertici del suo partito al 20 giugno, dopo la convocazione dell'ufficio di presidenza (come auspicato dallo stesso Silvio Berlusconi), c'è chi i conti ha invece deciso di farli subito. Il deputato e vice coordinatore di Forza Italia, Fabrizio Di Stefano, non ha inteso aspettare un giorno di più dopo l'esito dei ballottaggi. Ieri ha convocato un'assemblea molto partecipata all'Hotel Dragonara, per parlare con la mente e con il cuore agli amici di partito e giocare in qualche modo d'anticipo sullo stesso Pagano. Al suo fianco c'era l'ex assessore della giunta Chiodi Mauro Febbo, rieletto in Consiglio regionale. Una rivolta pacifica ma ferma nel partito di Chiodi, targata Chieti.
Di Stefano va subito al dunque: «Occorre fare un'analisi per capire le ragioni di una sconfitta andata al di sopra di quello che ci si poteva aspettare rispetto al dato delle europee, dove il distacco con il Pd è stato di soli cinque punti. Alle regionali questo divario si è amplificato a dismisura. Dobbiamo chiederci dove abbiamo sbagliato». In realtà il parlamentare di Forza Italia ha già la sua risposta: «Si è perso il contatto con il territorio. Troppa distanza tra il Palazzo, il presidente e la gente. Dobbiamo tornare a riconciliarci con i nostri elettori attraverso un nuovo progetto politico. Alcune cose sono state fatte, ma non basta. Non abbiamo parlato ai giovani, alle donne, agli imprenditori, a un popolo che in Abruzzo ha sempre sposato i nostri valori».
Di Stefano taglia corto anche sulle polemiche che riguardano i vertici del partito, dimissioni sì o dimissioni no di Pagano: «A me poco importa degli incarichi, se il coordinatore lo fa tizio o caio. L'importante è come ci si muove». Poi il monito: «Dobbiamo ripartire, ma il confronto non si fa negli organismi autoreferenziali, ecco perché ho deciso di convocare questo incontro già nella giornata di lunedì».
Soddisfattissimo anche Febbo per l'esito dell'assemblea di Dragonara, sulla carta autoconvocata: «Sono arrivati decine di sindaci, centinaia di amministratori e dirigenti. Siamo in tanti, tantissimi. Non me lo aspettavo». Grande assente proprio il coordinatore regionale Pagano, che segua la linea ufficiale in attesa di segnali da Arcore. Febbo parla anche a lui: «Questo incontro non è stato organizzato per mandare a casa nessuno, ma con l'unico obiettivo di confrontarci sugli errori commessi in questi mesi di campagna elettorale. Sono, siamo e rimaniamo in Forza Italia per intraprendere una strada diversa di proposta politica». Lo strappo, per ora, non c'è: «Alla riunione del 20 convocata dal nostro coordinatore regionale Pagano andremo con la consapevolezza di riorganizzare il partito partendo dai tanti amministratori locali che sono quotidianamente fra la gente a risolvere e rispondere alle esigenze dei cittadini».

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