TERAMO A Teramo Brucchi riconfermato sindaco per i prossimi cinque anni con equilibri politici dentro il centrodestra che sono radicalmente cambiati. Non è più il centrodestra che vedeva il dominio di Paolo Tancredi. Adesso il leader politico è Paolo Gatti Una vittoria accesa subito dalle polemiche scaturite dalle dichiarazioni a caldo rilasciate da Maurizio Brucchi appena saputo di essere stato eletto. Accuse forti a Manola Di Pasquale per i compresi ricevuti quando era curatore fallimentare del Consorzio agrario; accuse al presidente della Regione Luciano D’Alfonso, che invece di interessarsi di sua zia avrebbe «disturbato» quella di Brucchi. Un governatore colpevole anche di non aver mai risposto a un suo telegramma di auguri, inviatogli dopo l’elezione. Ha chiamato «buffoni» i suoi avversari politici. Concitazione che però ha gettato benzina sul fuoco anche dopo una velenosa campagna elettorale. La vittoria di Brucchi non è stata facile come previsto, e solo la presenza di sei liste di appoggio e un lavoro prezioso svolto dai candidati collegati alla lista civica di Paolo Gatti gli hanno consegnato la vittoria finale. Solo ottocento voti di scarto tra lui e Manola Di Pasquale. Un decimo di quelli che li dividevano al primo turno. Un segnale forte che pur avendo vinto Brucchi non è un sindaco troppo amato anche da chi è abituato a votare centrodestra. Il consenso preso dalle liste a lui collegate ne solo l’esempio lampante. Toccherà a lui, al suo lavoro, adesso, riconquistare il cuore dei teramani. Ha il compito di fare qualcosa per la città in maniera da venire ricordato positivamente dalla future generazioni. «Desidero ringraziare tutti i cittadini teramani che ieri si sono recati alle urne per il turno di ballottaggio. È stata così scritta una significativa pagina di democrazia, con la quale si è riconfermato il principio della sovranità popolare che sostanza tutte le attività delle istituzioni», ha affermato Brucchi che ha aggiunto: «Abbiamo dato vita ad una campagna elettorale basata sui temi da proporre agli elettori, comunque difficile, ma condotta con equilibrio e rispetto degli avversari, come non sempre è avvenuto da parte di altri; e se nella serata di ieri sono emerse alcune frasi fuori dalle righe, credo ciò possa essere compreso nel clima di euforia e tensione in cui sono state pronunciate».
Ha capito Brucchi di aver esagerato nelle dichiarazioni a caldo, a dispetto di quanto è accaduto a Pescara, dove vincente e sconfitto si sono abbracciati. La sconfitta, Manola Di Pasquale, il giorno dopo sorride e si dichiara soddisfatta, pur con il rammarico di essere arrivata a pochi voti dal traguardo ed essersi fermata ad assistere al trionfo di Brucchi. «Non mi piace cavalcare la polemica - ha sottolineato Manola Di Pasquale - io non chiedo quanto prende Brucchi per la sua professione. Dico però che quello era un incarico assegnato dai Ministeri di Agricoltura e Attività produttive, che siamo riusciti a salvare il consorzio recuperando immobili per un valore di sette milioni di euro e garantendo l’occupazione a venti lavoratori». Un’operazione che non era quella iniziata dai precedenti curatori Paolo Gatti e Giandonato Morra. «La loro azione era quella di vendere tutti gli immobili, certamente se avessi fatto questo anche io avrei guadagnato di più, adesso non ci sarebbe la presidenza di Mimmo Pasetti, coltivatore diretto e la gestione da parte degli operatori del settore. Malavolta aveva già presentato un’azione di interesse per le strutture del nucleo di Bellante». Polemica che sembra chiusa e Di Pasquale che annuncia un’opposizione più critica e puntuale di quella vista negli ultimi anni. «Brucchi è stato eletto ma non è amato, il centro storico lo ha bocciato saremo vigili e attenti».
Adesso bisogna cominciare al primo consiglio, alla formazione della nuova giunta. E qui il lavoro di Brucchi si complica. Aspiranti in cerca di poltrone si sprecano. Gatti avrà il suo peso con almeno tre assessori e quell’incarico da vicesindaco per un suo uomo (o donna, Eva Guardiani ndr), strappandolo a Dodo Di Sabatino che fino all’ultimo difficilmente mollerà. Più facili le riconferme degli assessori Marchese e Di Giovangiacomo, sparirà invece l’assessore operaio Guido Campana (e sarà difficile ereditare il suo posto). Tra gli aspiranti anche Milton Di Sabatino che a dispetto del rinnovamento è sempre in cerca di un posto al sole, possibilmente ben retribuito. La maggioranza avrà 19 consiglieri: Rudy Di Stefano, Piero Romanelli, Franco Fracassa, Francesca Lucantoni, Eva Guardiani, Silvio Antonini, Giovanni Battista Quintiliani, Mario Cozzi, Marco Tancredi, Valeria Misticoni, Raimondo Micheli, Mirella Marchese, Alessia De Paulis, Italo Ferrante, Giorgio Di Giovangiacomo, Guido Campana, Domenico Sbraccia, Alfonso Di Sabatino Martina, Milon Di Sabatino, Domenico Narcisi. 13 consiglieri all’opposizione: Manola Di Pasquale, Gianguido D'Alberto, Alberto Melarangelo, Maurizio Verna, Flavio Bartolini, Francesca Di Timoteo, Antonio Filipponi, Maria Rita Santone, Gianluca Pomante, Maria Cristina Marroni, Graziella Cordone, Fabio Berardini, Paola Cardelli.