L’AQUILA Il flop è servito. In poco meno di tre settimane il progetto di collegamento tra l’aeroporto di Preturo e quello di Milano Malpensa è miseramente precipitato per mancanza di passeggeri. Un problema non di poco conto per la Twinjet che dopo i numeri disastrosi registrati dal 26 maggio, giorno del volo inaugurale, ha deciso di tagliare il collegamento tra L’Aquila ed il capoluogo lombardo. Voli e passeggeri che si contano sulle dita delle mani, nonostante le fin troppo ottimistiche previsioni formulate in incontri pubblici e con la stampa da parte del sindaco Cialente, dell’assessore Iorio e i vertici della società di gestione Xpress, hanno portato la compagnia francese a gettare la spugna. L’ad Xpress, Giuseppe Musarella, aveva assicurato che i Beechcraft sarebbero decollati e atterrati anche se fossero stati vuoti nei mesi estivi (con esclusione di agosto, periodo in cui i voli sarebbero stati interrotti comunque). Il sindaco Cialente aveva parlato di una clientela "business" da stuzzicare, sia per il presunto interesse di industriali e imprenditori con voglia di fare affari nel capoluogo sia per il costo proibitivo dei biglietti, con tariffe che partivano da 139 euro a tratta. Né è servita la compagna di sconti e offerte low cost per incentivare la vendita dei tagliandi e cambiare, conseguentemente, core business. Tanto è vero che i pochi passeggeri in transito sono giunti in città per motivi che non avevano nulla a che vedere con attività imprenditoriali, ma avevano raggiunto L’Aquila per motivi personali o semplice curiosità. Il primo cittadino aveva parlato insieme all’assessore Iorio di «vittoria per la città» con l’inizio dei voli commerciali: una vittoria di Pirro, verrebbe da pensare, nonostante l’iniezione di fondi pubblici erogati nel corso degli anni sulla struttura, circa 4 milioni in tutto, o i provvedimenti ad hoc come quelli varati dalla maggioranza in Consiglio comunale che potrebbero portare alla nascita di un centro commerciale o i 600mila euro in tre anni per favorire lo start up del Giuliana Tamburro. Un fiume di denaro che se diviso per i sette passeggeri (Musarella per due volte si è recato a Milano) transitati per lo scalo aquilano rende l’idea della miopia, imprenditoriale ed amministrativa, che ha contraddistinto le vicende legate ad un’infrastruttura che il sindaco paragonò addirittura, per impatto strategico, «all’autostrada A24». E a chi sollevava dubbi, tra i media, i cittadini (anche il ministro Lupi disse chiaramente che l’aeroporto non era sostenibile) e associazioni la risposta che veniva data era sempre la solita, come un disco rotto: «basta remare contro chi vuole fare qualcosa» o «basta con le gufate» e perfino «bisogna essere ottimisti». Altrettanto irriverente l’atteggiamento di chi nelle scorse settimane ha trattato questa città come una realtà popolata da persone appartenenti a tribù primitive con la sveglia al collo che non avevano mai visto da vicino un aeroplano solo perché "colpevoli" di aver chiesto chiarimenti di fronte ad un fallimento che era chiaro già dal mese di dicembre, quando fu registrato un'altra figuraccia, quella del volo fantozziano da Ciampino atterrato dopo ore di ritardo. Lecito ora attendere una risposta da Villa Gioia o da Preturo, di fronte ad una debacle del genere. Così come si è in attesa di sapere se l'indiscrezione circolata nei giorni scorsi, ovvero quella di un prossimo collegamento con la Sardegna e l'aeroporto di Olbia, sia concreta oppure non ci si trovi di fronte all'ennesimo bluff.