TERAMO C’è chi già lo definisce il sindaco-ombra e chi si spinge a ipotizzare che non solo potrebbe far cadere Brucchi in qualsiasi momento, ma quasi certamente lo farà. Questa è fantapolitica, d’accordo, ma una cosa è certa: Paolo Gatti, il fautore della superlista “Futuro in” che ha raccolto il 17% del consenso totale alle comunali eleggendo sei – forse oggi diventeranno sette – consiglieri, ha dalla sua parte numeri che parlano chiaro. Il fatto che Brucchi abbia vinto per un soffio al ballottaggio ha reso la componente gattiana ancora più forte, soprattutto perché Gatti e i suoi si sono palesemente spesi – ed esposti – più di altri tra il primo e il secondo turno. Il campione di preferenze delle ultime due regionali, l’uomo da 10mila voti personali, nell’intervista che segue ovviamente glissa sui rapporti di forza, ma fa capire molto bene che i suoi intendono indicare la linea e fare da apripista all’amministrazione Brucchi bis. Gli avvisi al sindaco appena riconfermato, pur tra le righe, non mancano. Gatti, è vero che prima del ballottaggio lei e i suoi vi siete spesi più degli altri alleati? «La lista di “Futuro in” si è spremuta in modo molto forte, il livello d’impegno degli altri non lo conosco e non lo posso dire». Dire che siete stati decisivi è scontato? «Bè, è... riduttivo! Ma lasciatemi dire che abbiamo fatto una grande lista non solo per vincere, ma per migliorare la qualità dell’azione amministrativa. Daremo un contributo importante, sappiamo di avere una grande responsabilità per il risultato avuto, ma ci motiva fortemente il desiderio di recuperare quei cittadini che non hanno sostenuto questo progetto, facendo di più e meglio». Si riparte, però, con un sindaco più debole di cinque anni fa. Il risultato personale di Brucchi è stato negativo rispetto al 2009. «Il tema ora non è la debolezza di Brucchi, è amministrare bene. È necessario un cambio di marcia, è il momento storico che lo richiede. Infatti nel primo tavolo di coalizione, sabato, proporremo la verifica semestrale degli assessori, che ogni sei mesi dovranno rendicontare le attività svolte e saranno valutati, e una sorta di codice etico da far firmare agli assessori perché dovranno essere irreprensibili nel comportamento di tutti i giorni. Se il sindaco e gli altri accetteranno, bene. Altrimenti per i nostri assessori queste due cose varranno comunque». Ok. Ma sui numeri di Brucchi lei svicola. «Sì, ha preso 1.600 voti meno delle sue liste e su questo farà un ragionamento, dovrà correggere alcune cose. Ma va bene così. La sua vittoria non era scontata perché è il momento più difficile di sempre per governare, in molte città la gente ha voluto cambiare solo per cambiare. Noi a Teramo siamo riusciti, tra i pochi, a sopravvivere alla furia cieca del cambiamento. Ma ora dovremo far capire che era giusto non cambiare». Nel frattempo, l’esito delle regionali e delle comunali le consegna un ruolo preponderante nel centrodestra teramano. «Essere preponderanti non è l’obiettivo, ma lo strumento per poter poi incidere sia a Teramo che altrove, è il punto di partenza e non quello di arrivo. La cosa importante è governare bene». Sembra passato un secolo da quel congresso provinciale del Pdl in cui la sua componente, sola contro tutte le altre, prese il 43 per cento. «In realtà, se andate a vedere i risultati delle regionali quel 43 per cento lo ritrovate. Tutti insieme gli altri teramani di centrodestra mi superano di un centinaio di voti. Comunque sì, ora ci sono rapporti di forza diversi rispetto al passato, c’è l’Ncd, ma i rapporti di forza non servono per dire chi è più fico, alla fine per vincere le elezioni devi aggregare. Il problema del centrodestra oggi è nazionale, perché è frastagliato in mille rivoli e questo non rende leggibile quale sia la sua proposta politica. Bisogna elaborarne una unitaria, altrimenti non potremo confrontarci né con il voto di speranza né con quello di protesta». Torniamo al Comune. Come vede la brutta partenza Brucchi-D’Alfonso? «Mah, cose che ci possono stare. Certo, io sono sempre per comportamenti all’insegna dello stile e dell’eleganza. Maurizio non ne ha ricevuti tanti dagli avversari, ha sopportato cristianamente e poi si è sfogato. Ma la risposta non può essere quella. Quanto a D’Alfonso, sarebbe puerile da parte sua marginalizzare Teramo. In ogni caso io e gli altri consiglieri regionali teramani siamo lì per non consentirlo». Come sarà la nuova giunta di Brucchi? Quasi una copia della precedente? «No. Ho l’impressione che alla fine sarà per metà confermata e per metà nuova, ed è giusto così. Ci dev’essere una risposta a quanti non votandoci hanno chiesto qualcosa di nuovo, e bisogna abbassare l’età media». Più che un’impressione, sembra un diktat...