ROMA Cancellate le partecipate degli enti locali, soprattutto se in perdita. Grandi e piccole opere (utilizzando soprattutto i fondi Ue), sburocratizzazione e forti agevolazioni fiscali per investimenti sia per le opere infrastrutturali (dalla banda larga alle autostrade). Lo Sblocca-Italia sta prendendo forma giorno dopo giorno anche se rimangono (e forse non saranno risolti) alcuni nodi relativi alle coperture. La novità forse più rilevante sarà la super stretta sulle partecipate degli enti locali. Si va verso l’eliminazione delle società che non emettono servizi essenziali e incentivi all’aggregazione e alla quotazione in Borsa. Il settore rifiuti potrebbe passare in capo all’Autority per l’energia che allargherebbe il campo d’azione alla depurazione così da evitare le sanzioni Ue, per mettere in moto le risorse già disponibili per il dissesto idrogeologico, e per velocizzare le conferenze dei servizi e facilitare gli investimenti in questi ambiti. «Per il sistema idrogeologico abbiamo 2,3 miliardi fermi che non siamo riusciti a spendere e rischiamo di perdere perché in parte sono fondi europei. Dobbiamo spendere questi soldi», ha sottolineato il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti. Sul tema dei rifiuti la tentazione del governo è quello di un commissario straordinario soprattutto per gli inceneritori della Campania e del Lazio destinati a scatenare violentissime polemiche. Per il resto il nodo coperture potrebbe condizionare la reale efficacia del piano di opere. Per ora al ministero delle Infrastrutture avrebbero recuperato 1,2 miliardi ai quali si potrebbero aggiungere i 2,6 miliardi dei fondi per la coesione dell’Unione. Con questi 3,7 miliardi il governo punta ad accelerare gli investimenti sulle tratte ferroviarie Brescia-Padova, Brennero, Terzo valico Liguria Piemonte, Catania-Messina e Alta velocità Napoli-Bari. Poche, invece, le risorse pubbliche per le nuove autostrade: Orte-Mestre, Fano-Grosseto e Livorno-Civitavecchia per le quali il ministro dell’Economia Padoan vuole spingere molto sul project financing e per questo lo Sblocca-Italia dovrebbe prevedere l’abbassamento da 200 a 50 milioni della soglia per l’ammissione al credito di imposta. I commenti degli imprenditori sono cauti. Dice Buzzetti dell’Ance: «siamo fiduciosi, il provvedimento va bene perché mette al centro l’edilizia per ripartire. Ma ci devono essere le risorse, una cospicua iniezione di investimenti pubblici per le piccole opere di manutenzione del territorio e delle città e per completare finalmente le Grandi Opere. Insomma serve una botta, uno choc di soldi pubblici come è avvenuto».