ORTONA Torna alla luce dopo quasi trent'anni il vecchio binario a scartamento ridotto della Sangritana, per ora un tratto di poco più di 14 chilometri dalla zona industriale di Caldari a Orsogna. Nelle intenzioni della Regione sarà il primo segmento della prima pista ciclabile che si addentra verso l'interno per lambire la Maiella passando per la ex stazione di Crocetta a Castel Frentano per ritornare sulla costa a San Vito Chietino a quasi 29 chilometri da Caldari. Cominciano infatti questa mattina i lavori di pulizia, prima fase di un progetto sostenuto dal sottosegretario alla Presidenza della giunta abruzzese Camillo D'Alessandro, che lo lanciò già un decennio fa quando era alla Provincia. L'opera che prende avvio oggi si avvale della collaborazione della stessa società di trasporti regionale. «Ringrazio», commenta D’Alessandro, «il presidente della Sangritana, Pasquale Di Nardo, che ha voluto programmare l’intervento cogliendo l’esigenza che il territorio esprime da anni, ovvero la pulizia del tracciato che ora consente di aprire una riflessione circa il riuso futuro». Nella prospettiva del 2004, quando la crisi economica era lontana da ogni previsione, una proposta di riutilizzo della sede ferroviaria vedeva il raddoppio della Marrucina a uso esclusivo del trasporto merci tra la costa e le aree industriali intorno a Guardiagrele. «C’è un dibattito da tempo aperto nel territorio», osserva D’Alessandro, che per conto del presidente Luciano D'Alfonso si occupa di trasporti, turismo e infrastrutture, «che divenne oggetto di riflessione pubblica. Una battaglia portata avanti da me già dai tempi della Provincia, perché al territorio venisse restituito questo lembo fondamentale di terra per la mobilità, dopo la sostituzione del trasporto passeggeri con la gomma e dopo il definitivo superamento del trasporto merci sulla tratta. La mia idea, già prossima a diventare progetto tecnico anche per definire i costi dell'opera», chiarisce il sottosegretario, «è coerente con la scelta strategica del nuovo governo regionale di fare dell’Abruzzo la regione più ciclopedonabile d’Italia attraverso l’uso di tracciati ferroviari dismessi e delle aste dei fiumi. La trasformazione dell’ex tracciato ferroviario darà vita a una pista che legherà nel futuro la via verde dei trabocchi a pettine con l’interno»