Il rettore Luciano D’Amico, ex presidente Cirsu, replica a suo modo alle accuse mossegli in questi giorni e lo fa «per tutelare la sua onorabilità»: «Non siamo responsabili di atti firmati dopo la nostra presenza nel Consorzio» sono le sue prime parole venate di incredulità. La sua difesa d’ufficio verte sulla realtà lasciata a suo tempo (2008-9) «con bilanci in ordine ed un utile che avrebbe consentito eccellenti prospettive di sviluppo» e con il rammarico espresso più volte di un gruppo Cirsu che avrebbe potuto mettere le ali ad un polo che sarebbe divenuto strategico per la provincia nel campo dei rifiuti «mentre – ricorda il rettore – una serie di circostanze sta portando al fallimento Sogesa e al contempo si sta avviando una procedura concorsuale che interessa Cirsu». Tutte vicende che di fatto stanno ritardando la realizzazione della nuova discarica di Grasciano 2 che attende dal 2010 di vedere la luce. «Nel 2008 il salvataggio Sogesa – commenta D’Amico – ha consentito di evitare la devoluzione pressoché gratuita del polo tecnologico Cirsu al privato creando le condizioni per il partenariato pubblico-privato». Con rammarico il rettore ora assiste alle stesse dinamiche del 2008 «quando i camion non potevano uscire perché mancava il gasolio»: «Con una grande differenza, il partenariato allora salvò la situazione grazie all’apporto del privato di risorse finanziarie fresche per 2,5 milioni di euro mentre oggi si assiste alla lenta agonia del presidio dopo che ingenti risorse pubbliche sono state usate inutilmente». Che sia stato un bel periodo, quello di D’Amico lo avvalora anche l’Rsu Sogesa Mimmo Daniele che segnala l’intervento della Protezione Civile in veste di servizio antincendio «perché quest’ultimo non è attivo». D’Amico dichiara infine di aver dato mandato ai legali di depositare una relazione alla Procura «con l’obiettivo di contribuire alla ricostruzione di quei fatti che stanno conducendo una delle realtà aziendali più significative ad un drammatico epilogo».