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Data: 02/09/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Collemaggio, la basilica riaprirà entro il 2016

Sarà la prima basilica Hi-tech d’Italia e fra le prime opere, dopo il Colosseo, a essere restaurata da un soggetto privato, in questo caso l’Eni, attraverso la sottoscrizione di un contratto di sponsorizzazione. Santa Maria di Collemaggio sarà restituita agli aquilani nella versione del 2009 ma completamente antisismica, la sua «anima» sarà realizzata in acciaio attraverso innesti, cerchiaggi, reticoli e tiranti che la blinderanno dai terremoti. All’interno la storia abbraccerà il comfort, grazie alla realizzazione di un impianto termico che prevede il riscaldamento dei banchi dove siederanno i fedeli e dell’altare. Anche l’impianto di illuminazione sarà effettuato a led (con buona pace del gioco solare di luce del giorno dell’Assunta) con la possibilità di regolare l’intensità e perfino il colore della luce. Il progetto prevede accorgimenti speciali anche per la porta Santa attraverso un impianto per l’allontanamento degli uccelli. Insomma l’Eni è pronta a stupire con effetti speciali dopo aver finanziato il progetto con 12 milioni di euro più due per il parco del Sole.
Il bando di gara a invito sarà pubblicato a ottobre mentre i lavori partiranno entro la fine dell’anno per essere completati entro il 2016. In ogni caso la Perdonanza del 2015 potrà essere celebrata all’interno della basilica visto che il cantiere sarà restituito per lotti. La chiesa per tutta la durata degli interventi sarà praticamente «aperta per restauri». L’intento è quello di mostrare ai cittadini, ai cultori della materia e agli aquilani l’esecuzione delle opere. Il restauro sarà di tipo conservativo, l’obiettivo è utilizzare anche per le parti crollate tutto il materiale lapideo catalogato dopo il sisma. L’intervento «rappresenta la sintesi di ciò che sa fare il nostro paese nel campo culturale e scientifico», ha esordito il sindaco Massimo Cialente ribadendo che la Bolla del perdono e il progetto della basilica saranno protagonisti all’Expo di Milano nel 2015. «L’Eni rispetta gli impegni presi - ha aggiunto il direttore operativo Eni, Salvatore Sardo -. Si tratta di un intervento importante poiché non si interviene solo su una basilica, ma sul simbolo di 8 secoli di storia».
Sardo ha ricordato che il soli 8 mesi sono stati redatti i progetti preliminare, definito ed esecutivo che nascono da un modello unico di collaborazione istituzionale che affida alla Soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici d’Abruzzo la progettazione, la direzione dei lavori e il coordinamento per la sicurezza; mentre le attività tecnico scientifiche sono state garantite da un gruppo di università (Politecnico di Milano, La Sapienza di Roma e l’Università dell’Aquila) integrato da geologi e ingegneri Eni. Per facilitare le attività di indagine e misura, oltre che per gestire al meglio la costruzione e ottimizzare la manutenzione futura, è stato elaborato, mediante uno scanner, un modello digitale di estremo dettaglio a supporto di un vasto ed articolato database.

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