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Data: 02/09/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Renzi, via al piano dei mille giorni: modello Germania per l’occupazione

ROMA Il governo cambia passo. Non è un nuovo slogan frutto della spiccata capacità inventiva di Matteo Renzi. No, è il programma concreto «per i prossimi mille giorni», al termine dei quali ogni partito, ogni parlamentare e ogni singolo cittadino potranno verificare se gli annunci fatti hanno trovato seguito o meno. Alla critica di soffrire di «annuncite», il premier risponde con un altro annuncio ma questa volta a rischio boomerang: un apposito sito presso la presidenza del Consiglio conterrà, verificabili giorno per giorno, i testi di legge, le premesse, le votazioni, i dibattiti, e soprattutto le attuazioni dei provvedimenti annunciati. Sicché l’attività di palazzo Chigi potrà essere monitorata giorno per giorno.
Se annuncite sarà, diventerà una malattia grave. Se annuncite non sarà, si tramuterà in “attuatite”. Renzi non ci sta a passare per quello che annuncia e non esegue. Se una novità il suo governo ha voluto mettere in campo, è proprio quella di dare seguito alle promesse, «ci abbiamo messo la faccia», il leit motiv detto a più riprese, e la faccia non ce la metti per ricevere pomodori.
LA CONFERENZA STAMPA

Accompagnato dal sottosegretario Graziano Delrio e dalla ministra Maria Elena Boschi, il premier scandisce: «In sei mesi abbiamo cominciato la riforma costituzionale del Senato, messo mano alla riforma elettorale, a quella del lavoro», elenca Renzi, che ricorda subito dopo una delle misure clou varate, gli 80 euro in busta paga, «la più grande riduzione delle tasse mai fatta», la definisce Renzi, che ne conferma la bontà, non fa balenare pentimenti, semmai la possibilità di «estendere» la misura tenendo conto di vincoli e compatibilità. In una parola, è l’ora di dire «basta ai veti», di più, l’Italia «non sarà più il Paese dei veti e delle lungaggini», «se l’Italia deve cambiare, nessuno può chiamarsi fuori»; né si può continuare a essere il Paese delle «rendite di posizione», dove vecchi apparati e antiche postazioni stanno lì tutte belle e pronte a bloccare le possibilità di cambiamento.
Gli inglesi usano una parola intraducibile in italiano, «accountability», per indicare tutto questo, «è il concetto di responsabilità ampia, estesa, l’idea che ciascuno debba rendere conto di ciò che fa», la traduce in senso politico il premier. «I decreti attuativi sono passati da 889 a 528», sottolinea la Boschi, «nell’arco di sei mesi abbiamo dimezzato il numero dei decreti dei governi precedenti», la spiegazione politica.
Renzi cita quasi di passaggio la nomina di Federica Mogherini a ministro degli Esteri europeo, e lo fa soprattutto per ribadire un concetto e dare, a suo modo, una notizia: non ci sarà un rimpasto a seguito di questa nomina, ma solo la sostituzione secca del ministro degli Esteri, non una girandola di poltrone, «non c’è alcuna discussione in merito».
I TEDESCHI

Attriti con la cancelliera Angela Merkel? Neanche a parlarne, «la Germania per noi è un modello, specie in materia di lavoro», le parole al miele del premier all’indirizzo di Berlino. Seguite comunque dal punto strategico sul quale Renzi insiste ormai da tempo: «L’Italia farà le riforme mantenendo il limite del 3%, utilizzando la flessibilità che l’Ue consente».
Sempre in tema lavoro, Renzi è tornato sull’articolo 18, ancora una volta per svelenire: «I casi risolti con l’art.18 sono circa 40 mila e per l’80 per cento finiscono con un accordo. Dei restanti 8 mila, solo 3 mila circa vedono il lavoratore perdere». Dunque: «Noi quindi stiamo discutendo di un tema che riguarda 3 mila persone l’anno in un Paese di 60 milioni». La conclusione è affidata a uno slogan, ma per sottolineare una cosa assai concreta: «Pronti a spendere i 300 miliardi della Ue più veloci del West, abbiamo progetti seri».

“Passodopopasso”, arriva il sito web: il programma tra slide e countdown

ROMA In attesa dell’immancabile hacker che tenterà di bloccarlo o di alterarne i contenuti, il sito http://passodopopasso.italia.it rappresenta un vero e proprio diario di bordo del governo. Un conto alla rovescia al termine del quale il Paese potrà fare il botto finale o ripartire a razzo come sostiene il presidente del Consiglio che ieri a palazzo Chigi lo ha presentato in compagni del ministro Boschi e del sottosegretario Delrio. Al cronoprogramma del Governo il portale è doppiamente legato negli interventi via via varati, che lo arricchiranno progressivamente, e nel timing finale, quel maggio 2017 entro il quale «riporteremo l'Italia al suo posto». Sono 5 i titoli principali di passodopopasso.italia.it, (Mille giorni, Passo dopo Passo, News, Infografiche, Video), costruito con il software wordpress e segnato da quelle slide colorate particolarmente amate dal premier. Sulla homepage della piattaforma si leggono inoltre alcuni dei più recenti interventi dell'esecutivo, che lo stesso Renzi ha incluso nei Millegiorni: dalla riforma della P.A. («tra risparmio, semplificazione e rinnovamento») allo Sblocca Italia, dal «dimezzamento dei permessi sindacali» al decreto Poletti, grazie a cui sono stati «salvati 1200 posti di lavoro» di Electrolux.

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