In quasi due mesi sono stati più di 16.400 i passeggeri che si sono serviti della Snav lungo la rotta Pescara-Hvar, ridando finalmente corpo al collegamento tra le due sponde dell’Adriatico, progetto negli ultimi anni rimasto al palo. Domani e sabato ci saranno le ultime partenze per raggiungere la località croata, venerdì e domenica i rientri. Quello di domenica potrebbe però, purtroppo, essere l'ultimo collegamento con Hvar. A deciderlo non le politiche aziendali né i budget della Snav, ma la minaccia determinata dai bassi fondali del porto, che dovranno essere presto oggetto di nuovi lavori di dragaggio.
«Siamo molto contenti dei risultati raggiunti - spiega Marco Santori, responsabile della Sanmar, l’agenzia marittima di Pescara che gestisce il collegamento della Snav -, anche perché ci sono dei fattori importanti di cui tener conto: le prenotazioni sono partite a fine aprile, mentre solitamente dovrebbero iniziare almeno quattro mesi prima; il collegamento non è giornaliero ma ci sono quattro partenze a settimana; ed è una rotta stagionale. Tuttavia, per garantire questo servizio anche in futuro, magari potenziandolo e destagionalizzandolo puntando sul segmento commerciale, è indispensabile migliorare le condizioni logistiche del porto: senza un nuovo dragaggio dei fondali, neanche una nave con basso pescaggio, come quella usata ora dalla Snav, potrebbe attraccare».
Più di un anno di cantiere e 13 milioni di euro di fondi pubblici spesi per tornare, di fatto, al punto di partenza e ad un porto che allo stato attuale non rappresenta alcuna risorsa per la città. Una sfida, questa che impegna il Comune e la Regione, che deve essere vinta in tempo rapidi visto che, osserva Marco Santori, «sono già stati persi 4 anni tra le lungaggini burocratiche di Comune e Regione, bisogna far partire i lavori che consentirebbero ai detriti portati dal fiume di finire in mare aperto e non nel bacino portuale. Il consiglio comunale ha appena fatto la sua parte, recependo rapidamente la Vas rilasciata dalla Regione». Una modifica strutturale inserita nel piano regolatore portuale che attende ora la risposta del Consiglio superiore dei lavori pubblici, sollecitata dalla Capitaneria di porto. «Grazie al collegamento - conclude il responsabile dell'agenzia marittima - hanno lavorato moltissimo gli alberghi e i bed&breakfast della zona; ci sono stati molti stranieri che hanno usufruito del collegamento per ampliare il loro viaggio; abbiamo imbarcato tremila vetture, 700 moto, 300 camper e pure 20 autobus di pellegrini diretti a Medjugorje».
Il collegamento potrebbe sviluppare un nuovo modello turistico anche per visitare l'est dell'Europa e Pescara potrebbe diventare la porta dei Balcani. Una porta rimasta chiusa, ma ora è arrivato il momento di aprirla.