PESCARA La mossa del sindaco di Pescara Marco Alessandrini non basta per rabbonire le opposizioni: il taglio del 10% delle indennità di sindaco e assessori per gli ultimi quattro mesi dell'anno (risparmio di 50mila euro) viene considerato alla stregua di uno spot per riguadagnare il terreno perduto dopo l'annuncio della stangata sulle tasse. Fuori e dentro il Palazzo si sprecano le censure alla "manovra" che il centrosinistra si appresta a fare: 2,5 per mille sulla Tasi, 10,65 per mille dell'Imu sulla seconda casa, la Tari (tassa sui rifiuti) più cara per le famiglie e, dulcis in fundo, il quasi raddoppio dell'addizionale Irpef dallo 0,49 allo 0,80%. Fuori dal Palazzo, Umberto Coccia della Cisl è molto critico: «Ogni volta che c'è un problema finanziario, sembra che l'unica soluzione sia aumentare le tasse, così non va», e annuncia per oggi un presidio dei lavoratori davanti al Municipio. Sempre fuori dal Palazzo, Graziano Di Costanzo della Cna è ancora più duro: «Con la crisi nera che c'è, il Comune di Pescara si accinge a imporre ulteriori prelievi fiscali, che già adesso per le piccole imprese artigiane sono superiori al 60%. Non è possibile».
Dentro il Palazzo ieri c'è stato il primo round fra centrodestra e Movimento 5 Stelle da una parte e centrosinistra dall'altra, con un nulla di fatto che ha rinviato la discussione a oggi. La bagarre si è scatenata in apertura dei lavori quando i 5 Stelle hanno chiesto, giustamente, l'inversione dei punti all'ordine del giorno: prima il regolamento e poi le aliquote, ponendo una pregiudiziale. Proposta bocciata e a quel punto si è scatenata la capogruppo Enrica Sabatini: «Sono furiosa, - ha detto - volevano fare la sveltina di approvare prima le aliquote e poi il regolamento, qualcosa che va contro le regole e il buonsenso». Spalleggiata da Forza Italia, Ncd e Pescara Futura («Sono impreparati su tutto», ha commentato il capogruppo Carlo Masci), la Sabatini ha attaccato: «Devono motivarmi questa vergogna con un parere scritto del segretario generale». Ma perché Alessandrini e soci volevano votare prima le aliquote e poi il regolamento? La lettura dell'esponente dei 5 Stelle è chiara: «Hanno paura di non farcela per il 10 settembre, - rivela - quando tutto dovrà essere approvato altrimenti la Tasi dovrà essere abbassata all'1 per mille. Cosa che comporterebbe un default per l'Amministrazione e la relativa caduta della Giunta, con il ritorno alle elezioni». Un quadro fosco che però non è condiviso dal centrodestra, contrario peraltro ai tagli lineari indicati dai 5 Stelle per non far pagare ai cittadini i 10,4 milioni della Tasi (15% su alcune voci inserite nel bilancio preventivo 2014 e 100% su una parte consistente dei 490 capitoli di spesa). I capigruppo di Forza Italia e Ncd, Marcello Antonelli e Guerino Testa, hanno discusso a lungo con la Sabatini e i consiglieri pentastellati Erika Alessandrini e Massimiliano Di Pillo, suggerendo che la strada da seguire è l'ostruzionismo, con gli oltre mille emendamenti già presentati, e lavorare sui tagli possibili «perché abolire la Tasi non si può, ma si possono raschiare circa 4 milioni dai 10 milioni che la Giunta Alessandrini vuole mettere a carico dei cittadini».