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Pescara, 15/12/2025
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Data: 03/09/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Il consiglio maratona sulle tasse, M5S: contro la stangata cancelliamo le indennità. La maggioranza: «Manovra necessaria siamo al pre-dissesto»

PESCARA Il gettito di 10 milioni e 400 mila euro della Tasi può essere recuperato azzerando le indennità di sindaco, assessori e consiglieri per i prossimi quattro mesi ed effettuando una sforbiciata del 15 per cento su 490 voci che contribuiscono ad appesantire i conti del Comune. La proposta choc è contenuta nell’unico emendamento presentato, ieri mattina, in consiglio comunale dal Movimento 5 stelle e va a radicalizzare il provvedimento annunciato dal sindaco Marco Alessandrini in apertura della prima seduta dopo le vacanze estive: un taglio del 10 per cento del suo stipendio e di quello dei componenti dell’esecutivo (pari a 50mila euro) per dirottarlo su un non meglio identificato progetto sociale. L’idea dei pentastellati sarà discussa e messa ai voti stamattina quando, dalle 10 in poi, l’aula proseguirà la discussione per determinare le aliquote della Iuc, l’Imposta unica comunale, e approvare il relativo regolamento. All’ordine del giorno ci sono oltre un migliaio di emendamenti, presentati da Forza Italia, Pescara futura e Nuovo centrodestra nel tentativo di «rendere più equa la manovra lacrime e sangue snocciolata dal centrosinistra». Sulla carta le nuove aliquote che l’amministrazione Alessandrini si appresta a introdurre prevedono un recupero di 16 milioni e 700 mila euro: 10 milioni e 400 mila dalla nuova imposta sui servizi comunali indivisibili, la Tasi, introdotta dal governo per compensare le mancate coperture per la vecchia Ici-Imu sulla prima casa, altri 2 milioni e 300 mila con l’aumento dell’Imu, l’imposta municipale unica sulle seconde abitazioni e, infine, 4 milioni dall’addizionale Irpef. Un salasso che nelle prossime settimane andrà a intaccare i risparmi già risicati dei pescaresi, chiamati dalla classe politica ad effettuare «alcuni sacrifici inderogabili» pagando così il prezzo dell’aumento delle spese correnti, del disavanzo di gestione e della grave crisi di liquidità accertata dalla tesoreria comunale. Il dramma di migliaia di cittadini alle prese con scadenze e bollette è stato raffigurato plasticamente su un volantino distribuito dal gruppo consiliare di Forza Italia, intitolato simbolicamente «La stangata». I volti del sindaco Alessandrini definito «attore non protagonista» e del capo della sua segreteria, Camillo D’Angelo, compaiono ritratti al posto di quelli di Robert Redford e Paul Newman nella posa del film omonimo del 1973 «Noi non abbiamo mai aumentato le tasse», si legge sul manifesto, mentre i consiglieri di opposizione Marcello Antonelli, Vincenzo D’Incecco, Guerino Testa e Fabrizio Raspposelli prendono la parola per chiedere una razionalizzazione delle spese correnti, riportandole ai livelli del 2013 e ottenendo così un tesoretto da 3 milioni e 623 mila euro da impiegare per abbassare le aliquote e introdurre una serie di agevolazioni destinate alle categorie svantaggiate. Si spinge oltre la capogruppo del Movimento 5 Stelle, Enrica Sabatini, che, prima presenta una pregiudiziale relativa a un presunto vizio di legittimità («Ci chiedete di votare le aliquote sulla base di un regolamento non ancora approvato, piuttosto andrebbe fatto il contrario per evitare ricorsi», ha spiegato) e successivamente, fuori dall’aula, espone la sua idea per azzerare completamente la Tasi. «La politica deve dare il buon esempio», dice la consigliera di opposizione, «invece di tassare i cittadini il nostro emendamento prevede il taglio del 100% delle indennità di sindaco, assessori e consiglieri per i prossimi quattro mesi. Questo ci consentirà di recuperare 400mila euro fino a dicembre e, unito a una serie di tagli lineari del 15% su 490 voci come illuminazione, riscaldamento, apertura e chiusura di edifici comunali e manutenzioni, permetterà di incassare esattamente 10 milioni e 400 mila euro, la stessa cifra prevista dalla Tasi».



«Manovra necessaria siamo al pre-dissesto»

PESCARA «A causa delle scelte della precedente amministrazione, ci troviamo a dover redigere un bilancio quando sono stati effettuati i 3/4 dell’esercizio. Gran parte delle risorse sono state già impegnate e spese, limitando enormemente la possibilità di effettuare riduzioni delle uscite». Rispondono così alle critiche sollevate dall’opposizione i capigruppo di maggioranza Marco Presutti (Pd), Daniela Santroni (Sel), Riccardo Padovano (Lcd) Pier Nicola Teodoro (Scegli Pescara) e Lola Berardi (Bene Comune) spiegando in una nota che «non è vero che ci prepariamo a spendere di più, poiché le cifre apparentemente superiori rispetto al 2013 fanno fronte a rinvii di pagamento e ad artefatti contabili del precedente bilancio». «Il bilancio che stiamo predisponendo», aggiungono i cinque capigruppo, «si fonda sulla scelta di indicare entrate esigibili e non fittizie, come accaduto invece negli anni precedenti, nei quali la tenuta del bilancio è stata garantita grazie a dubbi residui attivi, come evidenziato dai revisori dei conti. Quando l’amministrazione Mascia si è insediata ha trovato un attivo di 19 milioni di euro, mentre con Alessandrini la cassa registrava una sofferenza di meno 26 milioni. In soli 5 anni chi ci ha preceduto ha utilizzato la cassa per 45 milioni, cui si devono aggiungere 16 milioni di fondi vincolati, indebitamente utilizzati per far fronte alla spesa corrente. In totale fanno 61 milioni, spesi soprattutto nell’ultima fase della sindacatura Mascia». Secondo la maggioranza, la manovra è necessaria «per risanare una situazione di pre-dissesto».

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