CASTELLALTO Una porzione dell'autoporto di Castellalto passerà all'Arap (agenzia regionale attività produttive). L’approvazione del trasferimento, votata in consiglio regionale martedì, ha suscitato qualche tensione in sede di discussione. Il Movimento 5 stelle, che ha votato contro, ha espresso seri dubbi su un provvedimento che, secondo i grillini, sarebbe «arrivato fuori sacco, in tutta fretta e incompleto, che prevede il cambio di destinazione d'uso per attività produttive di interesse pubblico». Attualmente l’autoporto di Castellalto, opera incompiuta da più di vent’anni che si estende per circa 14 ettari, ospita soltanto alcuni container della Protezione civile. Il provvedimento permetterà di creare una zona produttiva all’interno dell’area, per favorire l’insediamento delle imprese che vogliono avviare nuove attività. «Il M5s vota contro il provvedimento», ha spiegato la capogruppo Sara Marcozzi, «per mancanza di documentazione necessaria e per la nebulosità della vicenda in genere». A tutela dell’ambiente e del territorio, prima della votazione il M5s ha fatto approvare un emendamento per far vietare tra le attività di pubblico interesse l’inserimento, per esempio, di discariche, biomasse o termovalizzatori. «Quando le imprese vogliono investire e creare lavoro», ha sottolineato il presidente Luciano D’Alfonso, «la politica si deve azzerare e trovare la soluzione per rispondere alle esigenze degli imprenditori». Non si è fatta attendere neanche la risposta del sindaco di Castellalto Vincenzo Di Marco, che ha invitato la capogruppo Marcozzi e il consigliere regionale Domenico Pettinari - secondo cui si tratterebbe di «una situazione da Procura della Repubblica» - a visitare di persona l’autoporto per constatare con mano la situazione. «Niente termovalorizzatori, si tratta di insediare un polo di innovazione tecnologica che caratterizzerà lo sviluppo economico dei prossimi anni dell’intera vallata del Tordino», ha concluso il primo cittadino, «e produrrà un indotto tale che porterà vantaggi anche ad altre attività piccole e medie che oggi, per via della crisi, stanno soffrendo»