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Pescara, 14/05/2025
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Data: 03/11/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Privatizzazioni, ora il governo accelera. Per recuperare altre risorse sul 2014 il Tesoro chiede a Enav di restituire 300 milioni. Quotazione Fs tra la fine del prossimo anno e inizio 2016

ROMA Il governo sta provando a riavviare i motori del piano delle privatizzazioni. Non solo quelle di «secondo livello», le società controllate indirettamente dal Tesoro come Rai Way (che inizierà oggi il collocamento in Borsa). Ma anche e soprattutto le partecipate dirette: Poste, Enav, Ferrovie. Il problema è che arrivati a novembre, a meno di sessanta giorni dalla fine dell’anno, sarà difficile per il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan riuscire ad effettuare operazioni consistenti. Anche una vendita tutto sommato semplice come il collocamento diretto di una nuova tranche del 5% di Enel, secondo fonti vicine al dossier, vista la volatilità dei mercati avrebbe meno chance di poter andare in porto quest’anno. Dunque tutto il programma di cessioni è in fase di riprogrammazione. Poste, che doveva essere quotata in Borsa già nel 2014, sarà uno dei piatti forti del prossimo anno. Sul mercato, insieme al gruppo guidato da Francesco Caio, andrà anche l’Enav. Dalla società che controlla il traffico aereo, tuttavia, il Tesoro punta ad avere una «dote» di 300 milioni di euro da mettere nel conto delle privatizzazioni quest’anno. Già con il decreto Sblocca Italia il governo aveva presentato un emendamento per obbligare Enav a ridurre il capitale sociale e a trasferire all’azionista, appunto, 300 milioni. Ora il Tesoro ci sta riprovando. Nei giorni scorsi, secondo quanto riportato dall’AdnKronos, Padoan ha indirizzato una lettera al consiglio di amministrazione (ancora orfano dell’amministratore delegato) per chiedere di deliberare la riduzione del capitale. Sarebbe inoltre allo studio un meccanismo per incassare un extra-dividendo dalla Cassa Depositi e Prestiti dopo la vendita di una quota di Cdp Reti ai cinesi di State Grid of China. Il Tesoro si era impegnato con la Commissione Europea ad effettuare privatizzazioni per 0,7 punti di Pil quest’anno (circa 10 miliardi di euro). Ma al momento, come spiega il Documento di Economia e Finanza, gli incassi si sono fermati allo 0,3%. Ulteriori proventi per quest’anno, insomma, potrebbero essere offerti a Bruxelles nei prossimi giorni, quando la Commissione dovrà esprimere un giudizio sul rispetto da parte dell’Italia degli impegni di riduzione del debito pubblico. In questo contesto, un’altra operazione possibile per la fine dell’anno sarebbe il passaggio della quota del 28% di StMicroelectronics al Fondo Strategico della Cassa Depositi e Prestiti. La stessa Cassa sarebbe in pista per acquistare 500 milioni di immobili del Demanio.
I PROSSIMI PASSI
C’è poi un’operazione che dal Tesoro viene considerata importante: l’acquisto da parte di Terna della rete elettrica delle Ferrovie. Il passaggio, nelle intenzioni di via XX settembre, permetterebbe di ridurre di circa un miliardo i trasferimenti al gruppo ferroviario. Per le Fs inoltre, rimane in piedi il progetto di quotazione. Dopo che il presidente Marcello Messori, principale sostenitore dell’ipotesi di privatizzare la società a «pezzi» (vendita degli immobili Rfi e quotazione di Trenitalia), l’ago della bilancia ormai pende completamente per uno sbarco in Borsa dell’intero gruppo. La quotazione, tuttavia, richiederà tempo. L’offerta delle Ferrovie dovrebbe arrivare tra la fine del prossimo anno e l’inizio del 2016. C’è poi la questione Eni. Il governo Letta aveva programmato la cessione della partecipazione del Tesoro (4,34%) legandola al buy back in corso della azioni. Su quest’operazione il giudizio è sospeso e, comunque, si farà eventualmente solo dopo la cessione di Enel. «Le privatizzazioni», spiega Fabrizio Pagani, capo della segreteria tecnica del ministro Padoan, «non servono solo a fare cassa, ma a rendere le aziende trasparenti ed efficienti e a farle competere sul mercato globale dei capitali».

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