ROMA Protestano i sindacati, e questo sarebbe normale. Ma protestano anche, sui social network, i concorrenti risultati idonei nei concorsi pubblici che temono di veder sfumare per sempre l’agognato ingresso in un un’amministrazione pubblica. Il bersaglio delle critiche è sempre lo stesso, anche se da punti di vista diversi: un emendamento del governo alla legge di stabilità, il 2.9810, che destina alla mobilità oltre 20 mila dipendenti delle Province e allo stesso tempo chiede a Regioni e Comuni di prenderli in carico, sfruttando per questa finalità le proprie possibilità di assunzione. I lavoratori che si ritrovano ad essere in sovrannumero dopo la semi-abolizione delle Province (e al conseguente taglio di 6 miliardi in tre anni nella legge di Stabilità) dovrebbero essere assorbiti insieme ai vincitori di concorso: Regioni e Comuni potranno farlo utilizzando la percentuale di turn over consentita dalla legge (60 per cento) ed anche il restante 40 purché riservato al personale in mobilità. Resta quindi fuori un’altra categoria, quella degli idonei. Fonti del governo fanno osservare che gli idonei comunque, «non sono vincitori di concorso e quindi vengono scavalcati da chi è in mobilità». L’emendamento è in discussione alla commissione Bilancio, dove sono stati presentati oltre 100 sub-emendamenti. Oltre che negli uffici di Comuni e Province, i dipendenti provinciali potrebbero finire in quelli statali, ed in particolare giudiziari: è nota la penuria di personale delle cancellerie che però potrebbero assorbire al massimo 2-3 mila persone.
IL VERTICE
Ma più in generale l’operazione di presenta tutt’altro che scorrevole: la Lombardia ha già annunciato l’intenzione di presentare un ricorso alla Consulta e almeno altre due Regioni potrebbero presto seguirla. Ieri i sottosegretari Angelo Rughetti e Gianclaudio Bressa hanno incontrato i sindacati (che avevano organizzato un presidio al Senato). Per il governo se le Regioni non vorranno farsi carico del personale in esubero, questo non potrà che proseguire il percorso della mobilità (retribuzione all’80 per cento e in prospettiva cessazione del rapporto di lavoro). A gennaio intanto si dovrebbe riunire l’osservatorio nazionale per l’attuazione della legge Delrio, finora mai convocato. Le rappresentanze sindacali della Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil hanno risposto annunciando per venerdì l’occupazione delle Province. Ma dove si è innescata una vera e propria rivolta, sono i social network, a partire da Twitter dove è stato creato l’hashtag #NoEmendamento29810, che in poche ore è diventato uno dei trend topics con migliaia di cinguettii che hanno iniziato a bersagliare i profili del ministro della Funzione Pubblica, Marianna Madia, quello del sottosegretario Rughetti, del relatore alla finanziaria, Giorgio Santini e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio. Il tenore dei tweet più o meno sempre lo stesso: «80 mila giovani chiedono il rispetto del merito», con la sollecitazione al governo a ritirare l’emendamento. Ieri, intanto, le votazioni sulla legge di Stabilità sono andate avanti. I nodi più intricati, dall’Irap alla tassazione di Fondi pensione e Casse di previdenza, saranno con ogni probabilità sciolti solo oggi. In serata ieri, ancora di cercava un compromesso. L’ipotesi è quella di garantire un credito d’imposta ai Fondi pensione e alle Casse che investono parte dei loro soldi in opere strategiche italiane. Questa mattina sono previste altre riunioni per trovare una quadra anche su Patronati e minimi, per poi provare lo sprint per l’approvazione con la fiducia venerdì in aula.