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Pescara, 16/12/2025
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Data: 18/12/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Piazza Affari apre a Poste. Al lavoro task force su Fs

ROMA Il governo Letta puntava ad incassare 10 miliardi ma Bankitalia ha ridimensionato l’obiettivo: il capitolo privatizzazioni, a fine 2014, produrrà una riduzione dello 0,28% del debito pubblico. Dunque, meno della metà dello 0,7% che era stato ipotizzato nel Def dell'anno scorso. Nel nuovo documento di programmazione economica si parla invece di un obiettivo di 40 miliardi tra il 2015-2018. Ma per riuscirci Palazzo Chigi deve cominciare a correre aprendo i capitoli più pesanti del dossier: una robusta quota di Enel, il 40% di Poste, il 49% di Enav e il 40% di Ferrovie tanto per cominciare. Sono questi infatti gli asset principali sui quali il ministero del Tesoro sta lavorando e lo stesso ministro Pier Carlo Padoan (nell’intervista pubblicata sul Messaggero di ieri) indica nell'Enel il frutto più maturo. Entro la primavera, Via XX Settembre collocherà il 5% della sua quota nell'azienda elettrica (il 31,24%). Stime parlano di un incasso di 1,8 miliardi ma molto è legato al momento in cui le azioni saranno collocate in Borsa. L'operazione Enel sembra destinata a restare isolata nel settore energia. Appare infatti ormai congelata l'ipotesi che lo Stato si disfi del 4,34% della quota detenuta in Eni (un altro 25,76% è controllato attraverso Cdp) che avrebbe dovuto fruttare 3 miliardi. A frenare il progetto, il calo delle quotazioni petrolifere che rende meno appetibili le azioni. Sul fronte Fs, raccontano che il ministro Padoan abbia ordinato di fare in fretta.
L’ACCELERAZIONE
Come detto, l'obiettivo da realizzare entro il 2015 è la cessione sul mercato del 40% delle Fs portando a casa almeno 6 miliardi. Una task force Fs-governo è al lavoro e a gennaio sarà reso noto il nome dell'advisor incaricato di gestire l’operazione. Per piazzare sul mercato un prodotto competitivo il governo deve però prima definire un piano regolatorio stabile, chiarendo quale sarà il quadro dei trasferimenti finanziari dallo Stato (che resterà azionista di maggioranza) alle Ferrovie. Inoltre sarà necessario creare regole certe su servizio universale e trasporto regionale. Ma occorre anche decidere quale deve essere il destino della rete ferroviaria. Sarà collocata sul mercato insieme al resto degli asset o resterà interamente pubblica? E le stazioni? Su questi aspetti vi sono visioni opposte.
Nel 2015 sono in calendario anche le privatizzazioni di Enav e Poste. «Valutiamo un introito di 5 miliardi» ha detto di recente Francesco Parlato, responsabile delle privatizzazioni del ministero del Tesoro. Il capitolo Enav procede però a rilento: manca l'ok della Corte dei Conti al contratto di programma. Più semplice il percorso che riguarda Poste. Il nuovo ad Caio ha definito il piano industriale, in vista della privatizzazione del 40% degli asset. Logistica e servizi postali, pagamenti e transazioni, risparmio e assicurazioni il cuore della nuova strategia.

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