ROMA Gli ultimi nodi sono stati sciolti. Ma il parto della prima manovra finanziaria firmata dal governo Renzi non è stato dei più semplici. Ieri per un’intera giornata in Commissione bilancio del Senato, governo e maggioranza hanno provato ad incastrare tutte le tessere del complicato mosaico. Il governo è stato anche battuto su un emendamento di Sel sui fondi alle scuole della Sardegna. Non solo. Su alcune questioni l’esecutivo ha dovuto fare parziali retromarce. Su altre ha tenuto il punto. Dopo le proteste dei sindacati, il taglio dei fondi ai Patronati, per esempio, è stato ridotto da 150 milioni a soli 35 milioni. Ma su un’altro punto, sul quale pure erano parte in causa, le associazioni dei lavoratori non sono riuscite ad ottenere il dietrofront: la questione della tassazione dei Fondi pensione. Con la legge di Stabilità il governo ha alzato il prelievo sugli investimenti di questi ultimi dall’11,5 per cento al 20 per cento. Per settimane si è cercato un compromesso per provare a ridurre la stretta almeno al 17 per cento. Non c’è stato niente da fare. L’unica concessione del governo è stata quella di concedere un credito d’imposta ai Fondi sugli investimenti sul territorio italiano. Una decisione che Assofondipensione non ha giudicato risolutiva, visto che l’inasprimento fiscale vale 400 milioni mentre il credito di imposta farà risparmiare solo 80 milioni di euro. Discorso analogo anche per gli investimenti delle Casse di Previdenza. Anche per loro il governo ha ritoccato la tassazione dal 20 al 26 per cento, ed anche a loro ha concesso un credito d’imposta per gli investimenti. Novità anche sull’Irap. Per allargare anche alle partite Iva lo sconto sull’imposta, il governo ha deciso di concedere una detrazione forfettaria del 10 per cento alle imprese senza dipendenti. Ripristinati, invece, 30 milioni di euro per finanziare lo sgravio ai salari di produttività.
LE ALTRE MODIFICHE
Fino a tarda sera, ieri, si è lavorato anche ad un emendamento per avviare il piano Cottarelli per ridurre da 8 mila a mille le partecipate degli enti locali. Quelle senza dipendenti dovranno essere chiuse, ma saranno inseriti anche altri parametri per sfoltirle. Non solo. È passata anche una norma che obbliga alle gare per le cooperative sociali anche per gli appalti che sono al di sotto della soglia europea dei 50 mila euro. Un modo, questo, per rispondere in qualche modo alle vicende emerse dall’inchiesta Mafia Capitale della Procura di Roma. Il governo, invece, ha ritirato una serie di proposte di modifica che pure aveva presentato nei giorni scorsi, a cominciare dall’emendamento sulle armi sceniche, quello al quale era appesa la possibilità di girare in Italia il nuovo film di 007. Nel cestino è finito anche l’emendamento che inseriva tra gli obiettivi dell’Agenzia delle entrate per poter distribuire i premi ai propri uffici, quello della «compliance» e legandoli anche ad una verifica del Tesoro sull’evasione effettivamente recuperata. Tra gli emendamenti dichiarati invece inammissibili c’è, per esempio, quello che permetteva alle Forze di polizia di utilizzare per le proprie autovetture il carburante sequestrato. Sul regime di minimi per le partite Iva, invece, più che un allargamento è arrivata un’ulteriore stretta. Saranno esclusi dalla tassazione di favore del 15 per cento i redditi cumulati sopra i 20 mila euro, mentre proprio 20 mila euro diventa la nuova soglia massima di reddito per ottenere lo sgravio.
LO SPRINT FINALE
Oggi il testo della legge di Stabilità sarà trasmesso in aula, dove molto probabilmente il governo presenterà un maxi-emendamento sul quale porre il voto di fiducia. Un passaggio scontato, anche in considerazione dei tempi strettissimi per il terzo passaggio alla Camera, dove il provvedimento dovrebbe approdare già lunedì prossimo. Così, prima di Natale, la manovra finanziaria del governo Renzi da oltre 30 miliardi, con la stabilizzazione del bonus da 80 euro, la decontribuzione per i nuovi assunti e lo sgravio sul costo del lavoro ai fini Irap per le imprese, vedrà la luce. Rimangono aperti alcuni nodi, come le clausole di salvaguardia che nel 2016 potrebbero far aumentare l’Iva di due punti e la nuova local tax per ora rimandata ma a fronte di un congelamento delle aliquote Tasi sulla prima casa.