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Data: 19/12/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Università premiata con 2 milioni e mezzo in più. L’ateneo teramano grazie a qualità di docenti e studenti e livello della ricerca ottiene un incremento del 4,61% dei fondi. D’Amico: il più bel regalo di Natale

TERAMO «E’ il più bel regalo di Natale». Il rettore Luciano D’Amico sorride, e non può essere altrimenti. Il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha assegnato 26 milioni 600mila euro all’università di Teramo, cioè 2 milioni 100mila euro in più rispetto all’anno passato. E di questi tempi non sono bruscolini, ma preziose pepite. Tantopiù che appena tre giorni fa, durante la conferenza stampa di fine anno, il rettore aveva previsto che ci sarebbero stati tagli ai finanziamenti. Invece l’ateneo teramano si è dimostrato particolarmente virtuoso e si è guadagnato un premio dal Miur. «Sono soddisfatto e orgoglioso per il risultato che definirei storico, conseguito dall'università di Teramo», dichiara il rettore, «che va ben al di là di ogni più rosea previsione. Il posizionamento al sedicesimo posto per premialità tra i 56 atenei statali assume un significato straordinariamente positivo, che pone il nostro ateneo tra le università più virtuose». L’università di Teramo sale di posizione come incidenza nel sistema nazionale, sia in termini di iscritti che di finanziamento. E se nel 2010 era allo 0,36% nel 2013 è arrivata allo 0,39%, ora ha superato se stessa con un 0,41%. «Ancora più straordinari sono i fattori che determinano questo risultato: la qualità della ricerca, con una quota di 0,44; la qualità del reclutamento dei docenti, con una quota addirittura di 0,60 – questo significa che hanno una produttività della ricerca qualitativamente superiore ai valori medi di riferimento – ma anche un’ottima tenuta della didattica e dell'internazionalizzazione e una quota eccezionale per la formazione post lauream, di 0,45. E’ straordinariamente importante perché ci arriviamo per la qualità dei docenti e degli studenti. D'altronde l'ateneo ha sempre privilegiato la qualità sulla quantità». Ed ecco che se nell’ultimo bilancio di previsione il finanziamento del Miur era di 24 milioni e mezzo, ora sarà di 26 milioni 600mila euro. «Il ministero», spiega ancora D’Amico, «per la prima volta finanzia sul numero degli studenti in corso e sul costo standard del singolo studente. I nostri studenti in corso, su 7.000 circa iscritti, sono oltre 4.100 rispetto a un totale nazionale di 966mila (un milione 700mila iscritti). A Teramo, dunque, l’ incidenza è dello 0,43%: i nostri studenti in corso sono relativamente superiori rispetto alla dimensione dell'università». L’università di Teramo è fra quelle in ascesa: la differenza nei finanziamenti rispetto all’anno scorso è del +4,61%. Un successo, se si calcola che in discesa ci sono atenei blasonato come La Sapienza di Roma (-2,09%), la Federico II di Napoli (-0,27%), l’università di Pisa (-0,9%) o Perugia (-0,53%). Anche l’altra università abruzzese (L’Aquila è un ousider per il terremoto), la D’Annunzio ha avuto un’ottima performace (+7,01%, è settima) soprattutto grazie al notevole numero di iscritti. «Non mi aspettavo questa premialità perché noi siamo piccoli e questo meccanismo di finanziamento penalizza i piccoli», conclude il rettore, «le politiche dell'ateneo erano improntate a migliorare qualità percorso di apprendimento, ma non immaginavo questi risultati. Con i fondi in più rispetto al previsto contiamo ora di migliorare la ricerca, rendere più efficace la didattica e completare la razionalizzazione delle sedi».

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