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Data: 20/12/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Discarica di Bussi, tutti assolti. Nessun colpevole per la discarica dei veleni. Le lacrime degli imputati nell’aula semideserta della Corte d’Assise di Chieti

CHIETI Tutti assolti dal reato più grave, l'avvelenamento delle acque destinate all'alimentazione umana, con la formula più ampia, ovvero perchè il fatto non sussiste; prescrizione per il disastro ambientale perchè derubricato in reato colposo.
Si è chiuso così, dopo cinque ore esatte di camera di consiglio, il primo processo per reati ambientali che in Italia era approdato davanti ad una Corte d'Assise: quello per le cosiddette discariche dei veleni di Bussi, le discariche della Montedison. Le motivazioni del collegio di Chieti, presidente Camillo Romandini, a latere Paolo di Geronimo e sei giudici popolari, si conosceranno fra 45 giorni. Nell'aula, al momento della lettura del breve dispositivo, c'erano solo pochissimi imputati, alcuni in lacrime, e gli addetti ai lavori. Niente spazio per gli organi di informazione, in applicazione delle regole del rito abbreviato, e dunque porte chiuse fino alla fine. I pubblici ministeri Giuseppe Bellelli e Annarita Mantini sono andati via senza dire una parola, mentre gli avvocati si sono concessi a microfoni e taccuini.
Le richieste dell'accusa, al termine di una requisitoria che era stata definita monumentale, erano state piuttosto pesanti: diciotto condanne e una sola assoluzione.
I pm avevamo chiesto 12 anni e 8 mesi per Carlo Cogliati, amministratore delegato pro tempore di Ausimont, 12 anni per Guido Angiolini amministratore delegato di Montedison dal 2001 al 2003; ; 4 anni per il solo disastro ambientale per Nicola Sabatini, vicedirettore dello stabilimento Montedison di Bussi dal 1963 al 1975; 10 anni e 4 mesi per Camillo Di Paolo, responsabile protezione ambientale e sicurezza a Bussi; 11 anni per Maurilio Aguggia che aveva la stessa funzione nella sede centrale di Milano, 10 anni e 4 mesi per Vincenzo Santamato, 10 anni e 4 mesi per Angelo Domenico Alleva, responsabile tecnico della discarica 2B; 11 anni per Nazzareno Santini direttore dello stabilimento di Bussi dal 1985 al 1992; 12 anni per Luigi Guarracino, direttore dello stabilimento di Bussi dal 1997 al 2002; 10 anni e 4 mesi per Giancarlo Morelli responsabile protezione ambientale e sicurezza di Bussi dal 1997 al 2001; 11 anni per Giuseppe Quaglia responsabile del laboratorio controllo e analisi dello stabilimento; 11 anni per Carlo Vassallo direttore dello stabilimento di Bussi dal 1992 al 1997, 7 anni per Luigi Furlani, Alessandro Masotti e Bruno Parodi responsabili Pas a Porto Marghera e Bollate; 10 anni e 4 mesi per Mauro Molinari, 11 anni per Leonardo Capogrosso coordinatore dei responsabili dei servizi Pas degli stabilimenti facenti capo alla Montedison-Ausimont di Milano; 11 anni per Salvatore Boncoraglio responsabile protezione ambientale e sicurezza della sede centrale di Milano. E l'assoluzione per non aver commesso il fatto per il perito chimico Maurizio Piazzardi. Le richieste di risarcimento danni delle parti civili, poi, ammontavano a quasi due miliardi e mezzo di euro.
«CI SPERAVAMO»
Clima di evidente soddisfazione tra i difensori degli imputati dopo il verdetto: «C'erano tante aspettative da parte dell'opinione pubblica, tanto interesse. Certamente in questa sentenza ci speravamo, e ci speravamo in maniera forte come erano state forti le nostre discussioni -ha detto l'avvocato Carlo Baccaredda Boy, difensore di quattro degli imputati- La soddisfazione è tanta, è stata esclusa qualsiasi fattispecie con dolo, con volontà, è stato escluso il reato più grave. E' la soddisfazione di una sentenza che ha tenuto conto che una fattispecie colposa ci poteva essere. Leggeremo la motivazione ma è tutto diverso rispetto a quello che era stato costruito nel capo di imputazione».
«NESSUNA DELUSIONE»
Dà una lettura comunque in chiave positiva della sentenza Tommaso Navarra, avvocato del Wwf Abruzzo, una delle 27 parti civili sempre presente in aula con il responsabile regionale Luciano Di Tizio: «Il disastro permane e se permane ci sarà un problema di bonifica. C'è un elemento positivo: che si perviene finalmente a un accertamento, e questo è il dato che noi dicevamo sempre di necessità per poter arrivare poi alla bonifica. Non è questo il momento di una delusione, dobbiamo ancora leggere le motivazioni. Certo è che il fatto di disastro c'è, permane ed è stato accertato tant'è che si perviene ad una prescrizione e non ad un'assoluzione nel merito. Si aprono scenari che già sapevamo: c'è disastro ambientale da affrontare per la nostra regione. Non c'è delusione perchè avevano sempre chiesto una sentenza, la sentenza c'è stata e dice che c'è un disastro, dice che non c'è un disastro che afferisce ad una volontà degli imputati ma a una responsabilità a titolo di colpa».

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