ROMA Prima la fiducia sul maxi-emendamento alla legge di Stabilità, intorno alle quatto e mezzo del mattino, con 162 sì e appena 37 no. Poi l’approvazione della nota di variazione approntata dal Consiglio dei ministri e del disegno di legge di bilancio. Così ormai quasi all’alba di ieri il Senato ha archiviato per quest’anno la sessione di bilancio: i provvedimenti tornano ora alla Camera dei Deputati che non apporterà nessuna modifica e apporrà il sigillo finale probabilmente martedì. Il percorso, in particolare nella sua fase finale, è stato quest’anno ancora più accidentato del solito: ma mentre il testo, pieno zeppo di errata corrige, prendeva la via di Montecitorio, Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan hanno espresso la propria soddisfazione, ognuno a modo suo.
LA DIFESA DI GRASSO
Il presidente del Consiglio rivendica di aver «stoppato l’assalto alla diligenza». Ed esplicita il concetto: «Erano tornati in campo vecchi appetiti e li abbiamo lasciati a bocca ascutta». Il riferimento è ad una serie di norme, non tutte particolarmente significative, che sono saltate con la stesura del maxi-emendamento: si va dalle assunzioni per il Parco del Gran Paradiso allo sblocco dei fondi per la strada statale telesina, dal finanziamento di Telenorba all’assunzione di un dirigente al ministero dell’Economia, che avrebbe dovuto occuparsi di fondi strutturali. Più o mano la stessa lista di «mance» di cui ha parlato il Movimento 5 Stelle, attribuendosi il merito della cancellazione. I senatori grillini segnalano però altre parti rimaste nel testo finale che a loro avviso sono frutto del lavoro delle lobby, ed accusano la maggioranza. Nel maxi-emendamento è stata inserita anche la norma sull’uso di armi nelle riprese cinematografiche, che aveva “ballato” tra Camera e Senato e permetterà tra l’altro di girare a Roma il prossimo film di 007.
Più analitica la valutazione del ministro dell’Economia, che definisce la legge appena approvata «un provvedimento equilibrato e con importanti misure volte a stimolare la crescita economica e la creazione di posti di lavoro». Padoan nota che «nel 2015 i conti pubblici miglioreranno e questo consentirà di dimostrare ai partner europei e ai mercati che l’Italia è un Paese affidabile. Sottolinea quindi l’importanza di alcune delle modifiche che sono state fatte nel corso dell’iter a Palazzo Madama: l’incremento della dotazione per il trasporto pubblico, il fondo per l’acquisto di medicinali innovativi, il credito d’imposta a valere sull’Irap per lavoratori e autonomi e piccole aziende, i finanziamenti aggiuntivi per la ricerca.
Soddisfatto anche il presidente del Senato Grasso, a cui è toccato di gestire (con i vicepresidenti) la complessa maratona notturna, ed è stato bersaglio delle critiche dello stesso Beppe Grillo. «Siamo riusciti in Aula ad aggiustare prima del voto errori umani fatti per un coordinamento frettoloso degli uffici economici nel mettere insieme un testo non completato in commissione» ha spiegato. Quanto alle polemiche, ha fatto riferimento alla propria attività di magistrato: «Sono abituato per la mia precedente professione a tenere conto del dissenso, le critiche possono arrivare, il mio compito è far votare in aula».
PARTITA DIFFICILE
La legge di Stabilità si avvia quindi ad entrare in vigore dal prossimo primo gennaio. La terza lettura alla Camera è solo un passaggio formale che si chiuderà in poche ore. Ma per il governo inizierà da subito un’altra difficile partita, quella dell’attuazione delle norme: tra febbraio e marzo dovrà convincere la commissione europea che le misure messe in cantiere sono sufficienti, e che non ne servono quindi di aggiuntive.