PESCARA Nello scandalo della mega discarica di rifiuti tossici e nocivi di Bussi, dove per decenni lo stabilimento Montedison ha gettato gli scarti di produzione, l'unica condanna arriva dall'opinione pubblica. Al di là dell'assoluzione di tutti gli imputati di quello che resterà uno dei processi più importanti degli ultimi anni per i risvolti che continua ad avere sulla salute dei cittadini, non solo di Bussi, ma di una zona sempre più ampia, resta infatti un dato fermo e terribilmente vero: l'esistenza di un disastro colposo. Un reato che anche i giudici della Corte d'Assise di Chieti hanno riconosciuto, ma che, come accade sempre più spesso per la lentezza della giustizia, è volato via per la mannaia della prescrizione.
IL PARADOSSO
Quel danno che ci porteremo dietro per decenni qualcuno lo ha certamente provocato, ma nessuno pagherà, al momento. Anzi, per bocca di alcuni difensori si è sfiorato il paradosso: a pagare per il risanamento dovrebbe essere lo Stato. Così i cittadini che, secondo l'Istituto superiore della sanità, avrebbero bevuto acqua inquinata da sostanze cancerogene, invece di essere risarciti dovrebbero pagare per risanare un sito enorme che è stato indubbiamente inquinato da chi per decenni ha risparmiato fior di milioni interrando abusivamente sostanze dannose. Dal punto di vista giudiziario si dovranno attendere i motivi di questa sentenza per poi presentare i ricorsi in appello, che ci saranno sicuramente. Stato e Regione, qualora per assurdo la Procura non dovesse fare appello, potrebbero ricorrere soltanto per le questioni civilistiche, altrimenti si affiancheranno al ricorso dei magistrati pescaresi Anna Rita Mantini e Giuseppe Bellelli che per quel disastro ambientale avevano chiesto una serie di condanne, mettendo in campo non soltanto la loro indiscussa preparazione professionale, ma anche quel qualcosa in più dal punto di vista morale ed etico.
L’ATTESA
Bisognerà attendere 45 giorni per conoscere i motivi di questa assoluzione piena dal reato più grave, quello di inquinamento delle acque. Ma quello che incuriosisce tutti è vedere come i giudici usciranno da quel dato terribilmente grave che pesa come un macigno, che è appunto la relazione stilata dall'Istituto superiore della sanità. Questo processo, da quando è nato e per tutto il suo tortuoso percorso, ha fatto comunque emergere un aspetto fondamentale che poi è il vero punto nevralgico della vicenda: la questione penale non è mai interessata a nessuno dei protagonisti che erano i vertici Montedison, quello che contava era evitare di sborsare centinaia di milioni di euro per risanare la zona. Tutto il resto, salute dei cittadini in primis, passa in secondo piano.