ROMA In tempi di crisi e spending review, Mariarosaria Rossi, senatrice azzurra e, soprattutto, amministratrice di Forza Italia, lancia «l’operazione trasparenza» nella gestione delle casse del partito, per «affrontare il mutato contesto storico, in cui la credibilità della politica è arrivata a livelli veramente bassi».
In che stato erano i conti di Forza Italia?
«In effetti sto ricoprendo questo incarico nel momento più difficile per Forza Italia e per la politica tutta. I conti che ho trovato non posso definirli per niente buoni».
Renzi di recente ha ricordato che il Pd non ha messo in cassa integrazione i propri dipendenti. Voi, invece, avete dovuto avviare queste procedure. Come mai?
«Il Pd, cha ha cambiato molte volte nome pur rimanendo l'ex partito comunista, ha sempre potuto contare su una struttura di potere economico, radicata capillarmente sul territorio. Niente a che vedere con Forza Italia, un movimento giovane che ha sempre funzionato in modo diverso. Inutile nascondere che ci siamo trovati in difficoltà quando è stato abolito il finanziamento pubblico ai partiti, e sono stati imposti vincoli molto stringenti ai contributi dei privati. Abbiamo resistito finché abbiamo potuto, ma poi siamo stati costretti ad avviare una procedura di ridimensionamento. Ci siamo rivolti ai sindacati affinché ci aiutino ad accedere agli ammortizzatori sociali, recuperando così il tempo necessario a riorganizzare il movimento, in termini di risparmio e di rilancio. Abbiamo già eliminato gli sprechi e ridotto i costi. E faremo quanto necessario perché alla fine di questo periodo, tutti i dipendenti tornino a lavorare a tempo pieno. Non arriveremo a licenziare, ne sono convinta. Io non mollo, me lo ha insegnato il mio Presidente: ce la possiamo fare e ce la faremo con l’impegno di tutti».
Ci sono stati errori nel passato? E come evitarli in futuro?
«Non credo ci siano stati errori nelle gestioni precedenti, erano solamente momenti diversi. Ma i partiti, che pure hanno un costo, sono indispensabili per la democrazia e per la rappresentanza dei cittadini. E noi abbiamo il dovere di riconquistare la loro fiducia e la loro stima. Per questo, sto lavorando affinché i nostri tesserati possano accedere a tutte le informazioni su come investiamo e utilizziamo le risorse del movimento. Renderemo evidenti tutti i contributi e le erogazioni ricevute, le spese sostenute e tutte le attività realizzate. Operazione trasparenza, questo sarà il nome».
Lei è stata spesso oggetto di critiche, dai suoi stessi colleghi. Soprattutto da quelli esclusi dal cosiddetto “cerchio magico” dei consiglieri di Silvio Berlusconi.
«Sono soltanto una persona di buona volontà che ricopre un ruolo certamente fiduciario. Un incarico che mi onora e mi responsabilizza. Era scontato che sarebbero arrivate delle critiche, ma di certo non mi intimoriscono. Fino a quando il presidente Berlusconi vorrà lasciarmi in questo ruolo, lo porterò avanti con fermezza e determinazione, con entusiasmo e con passione e cercando di fare sempre la cosa giusta. Del “cerchio magico”, che le devo dire? È l’ennesimo nuovo modo di raccontare il mondo berlusconiano, ma sono mode che poi passano col passare delle stagioni».
Che cosa pensa degli scandali che hanno investito l’amministrazione capitolina?
«Leggere degli scandali mi ha colpito e profondamente amareggiato: Roma è la città che mi ospita da più di ventiquattro anni. Amo il mio quartiere, Cinecittà, ed al centro preferisco la periferia ed i Castelli Romani. Credo che la periferia sia il vero motore di Roma, invece spesso viene dimenticata e in alcuni punti ridotta all'abbandono e al degrado. È da qui che bisogna ripartire, qui bisogna tornare a investire. Mi auguro che presto vengano eletti un nuovo sindaco e una nuova amministrazione con persone oneste, concrete e capaci. Esempi scandalosi di cattivo governo come quelli che stiamo vedendo devono rimanere solo un terribile ricordo lontano».
Berlusconi ha detto che bisogna andare al voto per il Campidoglio. Con quale volto il centrodestra potrebbe voltare pagina in maniera credibile?
«Mi auguro sia un volto che non provenga dalla politica, mal dal mondo dell’impresa. Con la burocrazia che c’è nel nostro Paese, amministrare la cosa pubblica è un compito quasi impossibile. Un uomo di azienda sa risparmiare, ottimizzare, reinvestire, prevedere ed economizzare. Si, spero proprio sia un imprenditore che abbia queste caratteristiche e due qualità: che sia giusto e che sia onesto».