ROMA Fisco, ma anche scuola, lavoro e pubblica amministrazione. Il governo Renzi è impegnato in questo inizio di anno in almeno quattro delicati fronti di riforma, che sono poi altrettante bandiere dell’esecutivo. Il disegno di legge sulla Pa ha ripreso il proprio percorso in Senato: si tratta di un provvedimento complesso con molti capitoli importanti e sostanziosi. L’intenzione è portarlo avanti in modo spedito, come ha confermato anche ieri il ministro Marianna Madia. Ma ci sono alcuni nodi delicati da sciogliere e uno in particolare è connesso con il disegno di legge sul lavoro (il cosiddetto Jobs Act) che attende i successivi decreti legislativi dopo il primo approvato alla vigilia di Natale.
LA POLEMICA
La disciplina sui licenziamenti illegittimi inserita in quel testo non si applicherà ai dipendenti pubblici, che dovrebbero essere destinatari di regole ad hoc, proprio in sede di riforma della pubblica amministrazione. Per il momento però le carte non sono ancora state messe in tavola. Interpellato sul punto, il relatore del provvedimento in Senato, Giorgio Pagliari (Pd), si è limitato ad alcune considerazioni di carattere generale. Ha spiegato che «occorre dare maggiore puntualità, laddove necessario, alla disciplina dei doveri dei dipendenti pubblici, ma in una logica di equilibrio senza passare a un giustizialismo privo di senso».Secondo Pagliari le attuali regole sui licenziamenti dei dipendenti pubblici sono «complete» e dunque «non c'è da inventare niente». Il riferimento è evidentemente alla legislazione del 2001 in materia di mobilità e messa in disponibilità, poi rivista con la riforma Brunetta. Quelle norme riguardano però le eventuali uscite dovute ad esuberi (dopo un periodo di due anni in ci si percepisce solo l’80 per cento della retribuzione) non il tema del reintegro-risarcimento in caso di licenziamento illegittimo.
Sul tema negli ultimi giorni dello scorso anno si era scatenata la polemica, per la rinuncia di una norma specifica che avrebbe dovuto escludere il pubblico impiego dalle novità messe a punto per i dipendenti privati, con il meccanismo delle tutele crescenti. I ministri Poletti e Madia avevano spiegato che i lavoratori statali e degli enti locali non sono toccati, ma poi lo stesso presidente del Consiglio ha spiegato che la questione sarebbe stata rimandata al disegno di legge sulla pubblica amministrazione, che ha anch’esso la forma di una delega. Non è chiaro però se l’intervento ci sarà ed eventualmente con quale livello di dettaglio.
INTERNET NEGLI UFFICI PUBBLICI
Nel provvedimento dovrebbe confluire anche il passaggio dalle Asl all'Inps delle competenze sui controlli relativi alle malattie dei dipendenti pubblici. Ma il disegno di legge ha altri capitoli importanti, dalla digitalizzazione della Pa al funzionamento della macchina di governo. Su quest'ultimo tema c'è un emendamento dello stesso relatore che ha l'obiettivo di snellire le procedure per le opera pubbliche: si prevede che gli enti locali i quali non partecipano alla prevista conferenza dei servizi oppure non danno il loro parere ne termini previsti non possano più opporsi alla realizzazione (e dunque bloccare le opere) con provvedimenti in autotutela. Un’altra proposta di modifica firmata da Pagliari punta a garantire l’accesso a Internet e in particolare la connettività a banda larga in tutti gli uffici pubblici che per la loro funzione richiedono questo tipo di dotazione.