La procura ipotizza una discarica abusiva con macerie della ricostruzione
L’AQUILA La Procura della Repubblica ha chiuso le indagini riguardante un’inchiesta su un traffico illecito di rifiuti provenienti della macerie della ricostruzione e forse interrati in una certa parte dello scalo aereo di Preturo. Durante una fase investigativa interforze si sarebbe accertato, a detta della Procura, che alcune ditte di trasporto avrebbero prelevato da cantieri della città delle macerie che poi venivano scaricate nel sedime aeroportuale al fine di allungare la pista. Il giudice, in occasione dell’avvio di indagine, autorizzò il sequestro di sei camion appartenenti a due ditte. Questo sarebbe stato fatto in assenza di autorizzazioni e senza le procedure corrette cosa che avrebbe fatto risparmiare una certa somma alla X Press, la società che gestisce lo scalo. Al momento del blitz la Procura aveva iscritto nel registro degli indagati il gestore dello scalo, Giuseppe Musarella, il direttore commerciale della X Press, Ignazio Chiaromonte, gli imprenditori Pietro Negrini, Rachele e Antonio Lunari e il dirigente comunale Mario Corridore, il quale, però, è rimasto coinvolto solo perchè in una telefonata aveva espresso parere tecnico sul posizionamento del terreno durante i lavori per la sistemazione dell’area di sicurezza di fine pista, che in gergo si chiama resa, come chiesto da Enac. Anche Chiaromonte era finito nell’inchiesta per una telefonata nella quale sembrava consapevole dell’attività di smaltimento illecito. A brevissimo si saprà se, con la chiusura delle indagini già formalizzata, c’è stata qualche scrematura o se i nomi dei sospettati sono sempre gli stessi. Gli investigatori hanno tenuto a precisare che sarebbero stati oltre trecento gli scarichi effettuati dai sei automezzi sequestrati. La procura aveva inizialmente avviato anche delle contestazioni di natura ammistrativa alla X Press e contestazioni simili furono mosse anche alle due ditte di trasporti. Destituita di fondamento, infine, l’ipotesi precedente per la quale sarebbero stati nascosti dei rifiuti radioattivi. I controlli dei vigili del fuoco esclusero immediatamente questa possibilità. Gli indagati sono assisititi dagli avvocati Attilio Cecchini, Roberto Madama, Roberto Tinari.