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Data: 05/02/2015
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Metro L’Aquila: Cialente cerca intesa, ma tra consulenti c'è gap di 3 milioni

L’AQUILA - “Ho chiesto agli uffici di presentarmi entro dieci giorni una relazione con la somma da pagare per chiudere la vicenda-metropolitana prima dell’udienza al Tar del 25 febbraio, ma se la concessionaria vuole andare per le vie legali non abbiamo paura”.

Rinnova la volontà di trovare un’intesa il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, sulla vicenda della metropolitana di superficie, la mai nata tramvia leggera da circa 30 milioni di euro varata nei primi anni Duemila dalla Giunta di centrodestra ed ereditata dall’attuale amministrazione di centrosinistra.

La data citata da Cialente è quella del 25 febbraio, quando è stata fissata, dinanzi al Tar del capoluogo, un’udienza per discutere il ricorso della concessionaria Cgrt che, con una richiesta di danni di 28 milioni di euro, ha impugnato la decisione di annullare la commessa da parte della Giunta comunale, avvenuta nel gennaio 2009 in seguito a un verdetto della Corte di giustizia europea.

Una questione da anni sul tappeto con polemiche e scontri politici, spesso costellata di dubbi. Una vicenda che rischia di mandare Il Comune in dissesto.

“La politica ha indicato il percorso, i funzionari hanno tutte le valutazioni e i contributi degli esperti - spiega il sindaco ad AbruzzoWeb - L’ufficio ha tre numeri sul tavolo: la relazione sui costi effettivamente sostenuti dalla concessionaria, la relazione del nostro consulente Donato Carlea, che formula una cifra più bassa, e quella dell’altro esperto, Vincenzo Cerulli Irellli, che ne ipotizza una più alta”.

Alla luce di questo scenario, l’”unità di crisi” di Villa Gioia secondo il primo cittadino ora “mi deve formulare una somma scevra dagli interessi, dopodiché chiameremo la società e i suoi avvocati e in scienza e coscienza faremo la nostra proposta”.

Cialente non parla di cifre. Secondo quanto si è appreso, comunque, c’è una forbice di circa 3 milioni di euro tra le ipotesi messe in campo dai due consulenti dell’amministrazione.

Carlea, ex provveditore interregionale alle Opere pubbliche Lazio-Abruzzo-Sardegna, che è attualmente anche tra i 29 candidati per la guida dell’ufficio speciale alla ricostruzione del capoluogo (Usra), propone poco più di 5 milioni mentre l’avvocato Vincenzo Cerulli Irelli, abruzzese di fama nazionale, si allarga nella sua stima a circa 8.

Cialente chiarisce che chiederà alla concessionaria, guidata dall’imprenditore aquilano Eliseo Iannini, se vuole vendere il materiale rimasto, in caso contrario sarà il Comune a doverlo fare.

“Chiederemo anche la possibilità di pagare in 2-3 anni - spiega ancora Cialente, confermando quanto già anticipato a questo giornale - Prima del 25 febbraio la posizione del Comune deve essere chiara”.

Per il primo cittadino l’intesa potrebbe servire a far risparmiare somme importanti alla municipalità, ma la questione va anche inserita nella più ampia questione dei debiti fuori bilancio.

“Voglio pulire il bilancio e chiarire residui attivi e passivi. La metropolitana è tra le vicende più importanti insieme a quella del magaparcheggio di Collemaggio. Dobbiamo chiudere tutto perché voglio lasciare a chi verrà dopo un bilancio a posto e situazioni chiare”.

L’ODISSEA METRO’

L’infrastruttura avrebbe dovuto collegare l’ospedale regionale “San Salvatore” e il polo dell’Università degli studi pdell’Aquila, entrambi nella frazione di Coppito, con il centro cittadino, attraverso la strada statale 80, viale Corrado IV e via Roma, ma i lavori si sono fermati proprio nei pressi di quest’ultima arteria.

Nel cuore della città, infatti, i binari non sono mai arrivati, a causa di possibili incidenze del passaggio dei vagoni sui palazzi storici, poi distrutti dal sisma del 6 aprile 2009, e dell’impossibilità per i convogli di salire il dislivello solo con il motore elettrico senza dover piantare paline antiestetiche inizialmente impreviste anche in centro.

Nel 2008 la Corte di giustizia europea ha ravvisato difformità nell’aggiudicazione dell’appalto disposta dal Comune dell’Aquila rispetto a una direttiva del 1993, aprendo una procedura d’infrazione, di qui la decisione della prima Giunta Cialente di annullare l’aggiudicazione, che ha aperto il contenzioso con Cgrt.

Almeno tre sono stati, negli anni, i tentativi di transazione anche perché, qualora soccombesse al Tar, l’amministrazione comunale potrebbe dover riconoscere all’impresa un risarcimento-record, capace di spedirla in default.

Il primo round risale al febbraio 2012, con una richiesta dell’imprenditore Eliseo Iannini, secondo quanto si è appreso, di 7,5 milioni di euro, non sfociata però in un’intesa forse perché considerata troppo esosa.

Il 24 maggio 2013 la Giunta ha deliberato di definire la vicenda con una transazione “nel superiore interesse della città, evitando quindi che il protrarsi del contenzioso in essere possa costituire un aggravio maggiori di costi”, dando l’incarico da 20 mila euro ciascuno ai due consulenti che, lo scorso agosto, hanno depositato le loro relazioni.

L’ultima richiesta di Iannini per chiudere la vicenda è di 8 milioni di euro che, in base a stime stilate sui bilanci della Cgrt, rappresenterebbero i costi vivi sostenuti senza che si sia riusciti a portare a termine i lavori. Il Comune ci pensa così da chiudere un pasticcio in cui l’ente ci ha messo molto del suo.

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