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Data: 11/02/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Bonus bebè, ora il governo accelera. Per presentare la richiesta le neo mamme avranno 90 giorni

L’ipotesi di un assegno più basso se ci saranno troppe istanze Poletti e Lorenzin firmano il decreto, ma manca il parere
del Tesoro. Le domande per gli 80 euro non prima di marzo


IL PROVVEDIMENTO
ROMA Il governo prova a spingere sul pedale dell’acceleratore per il bonus bebé da 80 euro. Il decreto del ministero del lavoro per disciplinare le modalità di presentazione della domanda per ottenere il beneficio per le neo mamme, avrebbe dovuto essere pubblicato entro la fine di gennaio. Fino ad oggi se ne erano perse le tracce. Ma nelle ultime ore c’è stata una forte spinta. Il ministero del lavoro nel tardo pomeriggio di ieri ha inviato la bozza del provvedimento al ministero del Tesoro e a quello della Salute per acquisire i pareri. Il ministro Lorenzin, come ha spiegato a margine del consiglio dei ministri, Angelino Alfano, ha messo la sua firma. Manca il parere del Tesoro che potrebbe arrivare già oggi. Una volta esaurito questo passaggio, il testo sarà inviato alla Corte dei Conti per la registrazione e poi verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale. La magistratura contabile ha 30 giorni di tempo per dare il suo via libera, ma data la forte attesa che c’è attorno al provvedimento, potrebbe accelerare i tempi. Presumibilmente le prime domande potranno essere presentate comunque a partire da marzo.
I CONTENUTI
Cosa c’è scritto nel decreto del ministero del Lavoro. Innanzitutto viene disciplinata la modalità di presentazione della domanda. Tutte le neo mamme, quelle cioè che hanno partorito e che partoriranno durante il 2015, avranno a disposizione novanta giorni dalla data del parto per presentare la domanda all’Inps per ottenere gli 80 euro mensili, che diventano 160 euro se il reddito Isee è inferiore a 7 mila euro. La regola generale per ottenere il bonus è, comunque, che il reddito Isee non sia superiore a 25 mila euro. Una soglia considerata ampia e che dovrebbe essere sufficiente a coprire 330 mila nuovi nati sui 500 mila bambini che in media vengono alla luce ogni anno in Italia. Per tutti coloro che hanno messo al mondo figli prima dell’emanazione del decreto, il termine dei 90 giorni per la presentazione della domanda sarà calcolato a partire dalla data di pubblicazione del provvedimento e non dalla data di nascita del bambino. Una volta accolta la domanda il bonus sarà erogato retroattivamente a partire dal mese del parto. Così, per esempio, per un bimbo nato a gennaio, nel caso in cui la domanda fosse presentata a marzo, il primo assegno del bonus bebé sarà di tre mensilità. Ma cosa succede se finiscono i fondi stanziati dal governo? Il decreto del ministero del lavoro prevede una procedura di «allerta». Se su ogni mese le domande sono superiori del 10 per cento alle somme stanziate parametrate per mensilità, allora il ministero dell’Economia sarà chiamato ad emanare un nuovo decreto con il quale potrà essere abbassato il contributo degli 80 euro, oppure rivista al ribasso la soglia dell’Isee per poter accedere al bonus. Tutto risolto allora? Qualche problema, in realtà, persiste. Il principale è legato proprio alla riforma dell’Isee, che da quest’anno include il calcolo della giacenza media dei depositi bancari. Un calcolo non semplice e che le banche non sarebbero ancora pronte a trasmettere ai Caf. L’Isee, specifica comunque il decreto, dovrà essere calcolato una sola volta. Non ci sarà bisogno di rinnovarlo ogni anno (il beneficio dura tre anni), ma toccherà all’Inps aggiornare automaticamente l’indicatore. Almeno questa una importante semplificazione.

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