PESCARA Come salvare dai tagli 1.200 dipendenti precari della Sanità pubblica e trasformare il loro rapporto di lavoro con un contratto a tempo indeterminato? Qual è il percorso da seguire per evitare altrimenti un collasso occupazionale in un settore sul quale l’Abruzzo fa leva per rialzare la china? E come si fa a salvaguardare comunque i servizi? Sono essenzialmente queste le domande alle quali l’assessore Silvio Paolucci intende al più presto trovare le risposte, con la collaborazione dei manager delle quattro Asl regionali, per evitare di farsi trovare impreparato dagli esperti del ministero nel prossimo appuntamento sulla situazione commissariale della Sanità. Già, perché dopo le Maternità (i Punti nascita negli ospedali) è arrivato il momento dei tagli al personale, o meglio delle risorse destinate al personale sanitario in possesso di un qualsiasi contratto flessibile (a tempo determinato, interinale, di collaborazione, di formazione) con le Asl. Medici e infermieri soprattutto, ma anche addetti alle pulizie, assistenti, amministrativi ecc. Circa 1.200 lavoratori, se si calcola che (fonte sindacati ndr) la punta massima è alla Asl di Lanciano-Vasto-Chieti con 450 contratti, seguita da quella di Sulmona-Avezzano-L’Aquila con 400, da Teramo (200) e da Pescara (meno di 200). La presa d’atto di questi tagli è arrivata con il decreto firmato dal commissario alla Sanità Luciano D’Alfonso, anch’esso (come per i Punti nascita) sollecitato da Roma e in applicazione al decreto legge in cui si stabilisce che bisogna ridurre del 50% rispetto al 2009 la spesa per il personale flessibile. Un’esigenza dettata dal contenimento dei costi sotto la gestione commissariale e che era stata fatta presente alla passata legislatura. La Regione aveva finora resistito con il 90% della riduzione delle spesa (rispetto sempre al 2009). «Occorre trovare una giusta via di confronto», commenta l’assessore, «e nel frattempo dobbiamo trovare un percorso sostenibile affinché, secondo la ratio del decreto legislativo, i contratti possano diventare a tempo indeterminato». Punto di riferimento diventano così le piante organiche delle singole Asl, stabilite in base ai servizi offerti e all’efficienza degli stessi secondo standard nazionali. Le stesse Asl che, però, hanno in questi anni attinto ai precari per andare avanti. «Siamo molto preoccupati per ciò che può avvenire», afferma Vincenzo Traniello, segretario regionale Cisl Funzione pubblica, «sia per i lavoratori, sia per i problemi organizzativi che tutto ciò comporterebbe». Traniello in particolare teme che la situazione può assumere un effetto macroscopico nella Asl dell’Aquila: «A Teramo molti degli attuali precari sono idonei nelle graduatorie per le prossime assunzioni. A Chieti sono stati esternalizzati dei servizi, ma nel passato sono stati fatte numerose assunzioni, la Asl dell’Aquila è penalizzata dal fatto che dopo il terremoto ha fatto ricorso a tanti precari. Ce la farà a riassorbirli?». Lunedì la questione sarà affrontata dai manager Asl con il capo dipartimento e l’assessore. Intanto il commissario ad acta è intervenuto su un altro fronte: quello delle forniture delle Asl. Con una lettera, ha chiesto ai manager di sospendere le procedure di acquisto di beni e servizi in vista di un altro incontro convocato per martedì. Una decisione, spiega D’Alfonso, «in linea con la razionalizzazione della spesa sanitaria». «La riduzione delle risorse ha reso necessario, maggiormente per le regioni commissariate sottoposte a piani di rientro, porre in essere azioni esecutive nei confronti delle aziende sanitarie nell'ottica di una politica di risanamento e miglioramento in termini di efficienza ed efficacia». La razionalizzazione della spesa di beni e servizi, per importi sopra soglia comunitaria, deve cominciare secondo D’Alfonso dalla riqualificazione delle attività di committenza. «La committenza di qualità negli acquisti di beni e servizi nel settore sanitario», sottolinea ai manager, «rappresenta uno degli strumenti indispensabili a garantire maggiore concorrenza e trasparenza ed a ridurre i costi. In tal modo ogni risorsa risparmiata sarà riversata nel sistema sanitario regionale, uniformando, nel contempo, l'attività ed il modus operandi di tutte le Asl abruzzesi». Lo stop alle procedure per l’acquisti di beni e servizi varrà fino a quando non saranno attivate le nuove procedure. Eventuali richieste motivate di procedure urgenti potranno essere autorizzate direttamente dal commissario. E la lettera si chiude con un consiglio alle Asl: «Per raggiungere l’obiettivo sulla spesa sanitaria, è necessario intervenire, anche sulla razionalizzazione e valorizzazione del capitale umano».