SAN SALVO L'ultimo atto vandalico è di qualche giorno fa. L'autoporto la faraonica struttura che avrebbe dovuto risolvere i problemi della logistica del Vastese continua ad essere visitato solo da vandali e teppisti. Una situazione che il sindaco di San Salvo, Tiziana Magnacca non tollera più. Il primo cittadino, presa carta e penna ha scritto al governatore d'Abruzzo, Luciano D'Alfonso. «Cosa vogliamo fare dell'autoporto di Piana Sant'Angelo?», chiede la Magnacca sollecitando una decisione. «A metà degli anni Ottanta prese il via a San Salvo il lungo cammino per la realizzazione dell'autoporto nella zona industriale che era nato con una logica di servizio agli autotrasportatori in una struttura localizzata all'uscita dell'autostrada A 14 Bologna-Taranto», ricorda il sindaco. «Fu la scelta conseguente di una ricerca di trovare un elemento di assetto organizzativo del trasporto merci su gomma, a supporto dello sviluppo industriale del Vastese e della provincia di Chieti e del distretto industriale di Termoli. Una indubbia posizione strategica che colloca l'autoporto di San Salvo al centro dei tre grandi agglomerati della Val di Sangro, Vasto e Termoli, dove sono localizzate le più grandi industrie sull'asse Adriatica con infrastrutture di collegamento come l'autostrada A14, la statale 16 Adriatica, la Statale 650 Fondovalle Trigno, la linea ferroviaria e il porto di Vasto» annota la Magnacca. «Quest'opera», ricorda ancora il sindaco, «è costata circa 33 milioni di euro di soldi pubblici e resta lì ferma come un grande pachiderma nella zona industriale alla mercé di vandali che in questi anni di abbandono dal completamento della struttura hanno causato danni tali da pregiudicare lo stato funzionale della struttura. Dopo il trascorrere di tempo passato inutilmente, appare quanto mai opportuno condividere una decisione politica nuova, rivedendo le scelte operate per un progetto che, allo stato attuale delle cose, appare quanto mai superato», chiede Tiziana Magnacca. E ancora: «Ritengo che la Regione Abruzzo debba assumere l'onere di decisioni importanti e coraggiose per definire il futuro dell'autoporto che così com'è lasciato, sembra destinato solo a diventare una cattedrale nel deserto, a perenne testimonianza dello sperpero del denaro pubblico». Tiziana Magnacca conclude la lettera chiedendo un nuovo percorso e maggiore dialogo con il territorio per quella che dovrebbe essere una struttura funzionale e di sostegno per lo sviluppo dell'intero Vastese