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Data: 26/02/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Responsabilità civile, toghe indignate «Di fronte alla corruzione la politica ci indica come primo problema». E Renzi polemicamente twitta la foto di Enzo Tortora

ROMA Responsabilità civile, i magistrati non ci stanno e vanno all'attacco. Dal governo, si alza il fronte di difesa a tutela dei cittadini dagli errori giudiziari. La nuova legge non era più rinviabile, le norme andavano adeguate per evitare l'apertura d'infrazione dell'Unione Europea, per il mancato rispetto della sentenza della Corte di Giustizia. Si tratta di una riforma della legge Vassalli del 1988, anche se resta la responsabilità indiretta: il cittadino cita lo Stato che dovrà rivalersi nei confronti del giudice. Colpa che scatta in caso di negligenza grave e travisamento del fatto e delle prove. Sono ampliate le possibilità per fare i ricorsi e s'innalza la soglia economica di rivalsa del danno che può arrivare fino alla metà stipendio del magistrato. Viene poi eliminato il filtro di ammissibilità dei ricorsi. «Dopo anni di rinvii e polemiche la responsabilità civile dei magistrati è legge», scrive il premier Renzi su Twitter. Ieri il premier è tornato sull’argomento, “twittando” la foto di Enzo Tortora, vittima di un errore giudiziario, diffusa dalla figlia del presentatore Silvia, martedì. Ma le norme varate in via definitiva dalla Camera sollevano un polverone, con le toghe che avevano scongiurato lo sciopero per la riduzione delle ferie, ma ora sono pronte a tornare sulle barricate. «Un segnale sbagliato, si sta dicendo al paese che il problema non è la corruzione dilagante, non è il falso in bilancio, ma i magistrati» dice il presidente dell'Anm Rodolfo Sabelli. Per i giudici prima ancora che il merito vale dunque la legge in sé, in un momento difficile di delegittimazione. E non serve ricordare l'incombenza della multa minacciata da Bruxelles: per i magistrati l'Europa non ha chiesto di fare una legge intimidatoria che «finirà per limitare l'azione penale" attraverso migliaia di ricorsi, così si rischia un quarto grado di giudizio. «Il giudice, in una sentenza scontenta sempre una delle parti - spiega Sabelli - sono fuori luogo i paragoni con la responsabilità dei medici». Governo e maggioranza però tengono il punto e difendono l'equilibrio trovato tra tutela dei cittadini e autonomia della magistratura. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando, difende il principio che «esclude la responsabilità diretta, con lo stato che sarà chiamato al risarcimento nei casi più gravi di errori giudiziari». Il Guardasigilli spiega poi che ci sarà «un controllo delle norme in fase di attuazione» ricordando che «saranno sempre i magistrati a valutare il lavoro dei colleghi». Per verificare il funzionamento della legge e segnalare anomalie si candida il Consiglio superiore della magistratura. Il vicepresidente Giovanni Legnini invita ad ascoltare le preoccupazioni della magistratura: «Il Csm potrà verificare nella prima fase di applicazione, se, come noi temiamo, ci sia un eccesso di ricorsi alle azioni risarcitorie con i conseguenti problemi sul sistema giudiziario». Contenzioso che potrebbe incidere sull'autonomia, l'indipendenza e la serenità dei magistrati. Sul fronte politico, soddisfazione del Nuovo Centrodestra, che rivendica di aver spostato l'asse del governo. Forza Italia si è astenuta: da sempre chiedeva norme più severe contro gli errori dei magistrati, e per Mara Carfagna si tratta di norme che «che rischiano di essere più d'apparenza che di sostanza». Al limite del paradosso la posizione del Movimento 5 Stelle che ha votato a favore al Senato e contro alla Camera. «Compiuto da Renzi un altro sogno di Berlusconi e della P2 - dice l'ex capogruppo al Senato Nicola Morra - oggi andremo da Mattarella a chiedere coerenza».

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