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Data: 28/02/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Salvini sfida Roma. Vigilia di tensione e primi tafferugli

Quattro i fronti aperti nella Capitale. Occupata una chiesa. I contestatori della Lega “xenofoba” in piazza coi gommoni

ROMA L’antipasto è servito. Nella Capitale cresce la tensione per il comizio del leader della Lega Nord, Matteo Salvini, in questi giorni praticamente ubiquo nel dibattito politico. I manifestanti di #Maiconsalvini, il comitato che si oppone al comizio del segretario del Carroccio, sono venuti a contatto con le forze dell’ordine: lancio di oggetti e petardi da una parte, cariche e uso di lacrimogeni dall’altra. Inizialmente brandivano dei semplici gommoni: simbolo della politica xenofoba della Lega Nord e della vicinanza ai migranti che sbarcano a Lampedusa. Poi hanno cercato di entrare nella piazza, dove, nel pomeriggio, avevano occupato la basilica di Santa Maria del Popolo. Gli occupanti hanno raccontato di essere stati trascinati via dalla chiesa con la forza, una donna è stata ferita e portata via in barella. In serata il corteo si è sciolto, ma alcuni manifestanti sono stati fermati e tra di loro ci sarebbero feriti e contusi. La giornata di oggi. Le forze dell’ordine, già provate dalla cattiva gestione dei tifosi del Feyenord la scorsa settimana, dovranno moltiplicare gli sforzi per evitare una catastrofe nelle quattro “zone calde”. Cominceranno i neofascisti di Casapound che nella mattinata si sono dati appuntamento nei pressi di piazza Vittorio, cuore multietnico della città, per il sit-in di protesta “Prima gli italiani”. Da qui, alle 14, partirà il corteo degli antifascisti di #Maiconsalvini. Alle 15, invece, è previsto il comizio del leader della Lega Salvini, che stazionerà in piazza del Popolo. Chiude la serata il “presente” di Mikis Mantakas alle 18: nel centro della città eterna, a piazza Risorgimento, alcuni militanti di estrema destra - che si dichiarano anti-Salvini - commemoreranno i 40 anni dalla scomparsa di Mikis Mantakas, attivista del Fronte universitario d’azione nazionale ucciso con due colpi di pistola da alcuni membri di Potere operaio. «I disordini non ci spaventano». Il leader leghista, tuttavia, non sembra preoccupato dalla situazione. «I disordini di oggi (ieri per chi legge, ndr) causati dai centri sociali e affini non ci hanno spaventano - ha detto il segretario della Lega - ma al contrario hanno convinto molti altri a partecipare. Persone che domani vogliono esserci, pacificamente, proprio per manifestare insieme con noi l’urgenza di liberare il paese da Renzi e Roma da Marino. Due governi, stessa sciagura». E proprio con Roma, un tempo “ladrona” e “magnacciona”, l’onnipresente numero uno del Carroccio sembra aver trovato un nuovo feeling. «Roma nun fa la stupida domani - ha cantato Salvini in romanesco a Radio Cusano Campus, emittente di un’università privata - damme ’na mano a manna’ Renzi e Marino a casa». Poi ha aggiunto: «Adoro Venditti, spesso canto Roma Capoccia». «O me o Alfano». Se il matrimonio con Roma, almeno da una parte, sembra già celebrato, quello con Berlusconi, per la leadership del centrodestra, vive vampate di gelosia. «Non è vero che ho divorziato da Berlusconi», ma il Cavaliere deve scegliere: «O me o Alfano», ha detto Salvini durante la prima (della lunga serie) apparizione di ieri a “Mattino 5”. Il ministro dell’Interno dal canto suo si è cimentato nella creazione di un neologismo: «L’Italia non va avanti sparando “salvinate”», come «l’uscita dall’Europa e il ritorno alla “liretta”». Mentre a livello nazionale l’alleanza con il Cavaliere sembra cosa più complessa, il leader del Carroccio, in un’intervista al Corriere della Sera, ha fatto sapere che «chi vuole sostenere Borghi» in Toscana «è il benvenuto. Inclusa quella parte di Forza Italia che non ha inciuciato». Le Regioni, insomma, sono un “work in progress”.

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