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Pescara, 05/11/2025
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Data: 28/02/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Tanta pioggia e pochi soldi: addio strade

L’EMERGENZA/1
L’AQUILA Come un castello di sabbia le strade abruzzesi stanno venendo giù con la pioggia, che è abbondante si, ma non eccezionale. Eppure il sistema si è rotto: quello viario e quello della tenuta idrogeologica del territorio. Il primo sempre più spesso conseguenza del secondo.
«DOBBIAMO TUTELARCI»
Le cause sono tante e diverse: concause, in verità, che rischiano di immobilizzare la regione o quanto meno di rallentarla un bel po'. Sì, perché, spiega l'assessore provinciale dell'Aquila Domenico Palumbo, «se non saranno trovate risorse per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade, saremo costretti a ridurre i limiti di velocità da 90 a 50 kmh». Non è uno scherzo, né una provocazione: «Dobbiamo tutelarci -continua Palumbo- perché oltre ai pericoli reali, ci sono le responsabilità civili e penali che ci dobbiamo assumere». Prima o poi il collasso del sistema doveva arrivare: da cinque anni ormai i trasferimenti per la manutenzione ordinaria e straordinaria e per i piani triennali delle opere pubbliche delle reti stradali sono stati azzerati. Solo quest'anno la Regione ha concesso un po' di ossigeno alle Province, che mantengono le competenze ma non le risorse: 6,5 milioni di euro (gli ultimi tre appena deliberati), che rappresentano una goccia nell'oceano. «Per dare una risposta seria, seppur parziale, alla messa in sicurezza della nostra rete stradale (quella della Provincia dell'Aquila; ndr) -spiega Palumbo- ci vorrebbero almeno 40 milioni di euro. Abbiamo 1.850 km su un’altitudine media di 850 metri: tredici frane in corso che bloccano del tutto o parzialmente la viabilità. Ad oggi abbiamo trenta cantieri in corso per undici milioni di euro, ma sono soldi presi dalle economie del vecchio piano e destinati a finire presto».
SITUAZIONE GRAVE
Poi più nulla. Da Scanno a Pacentro fino al versante chietino la situazione è sempre la stessa, sempre più grave. «Qui è tutta un'emergenza: dalla provinciale 8 alle strade minori lungo tutti i 1.814 km che gestiamo -conferma l'assessore della Provincia di Chieti, Antonio Tamburrino- , un rincorrersi di frane e smottamenti, dovuti certo alla scarsa manutenzione (lo scorso anno avevamo 180mila euro appena in bilancio), ma anche all'uso scriteriato del territorio e dal suo abbandono». Venti anni fa c'erano alla Provincia di Teramo 600 dipendenti e 200 cantonieri per gestire i 1.600 km di strade, oggi rispettivamente 300 e 20. E i soldi, anche quando ci sono, arrivano quando ormai è troppo tardi: quelli dell'alluvione del 2011, ad esempio, arrivati ora: il tempo di aprire i cantieri e si è punto e a capo. Solo nel Teramano ci vorrebbero 20 milioni per la manutenzione ogni anno, cinque almeno per evitare il disastro. «Se continua così non chiuderanno solo le Province ma anche l'Italia», avverte il presidente teramano Renzo Di Sabatino. Anche il Pescarese, d'altronde, con i suoi 764 km non ci sta dietro al declino: da Villa Celiera, alla provinciale 25 bis per Montesilvano, da Farindola a Montebello, da Pescosansonesco a Pietranico: è una regione che sprofonda lentamente, che ha perso la strada della corretta gestione del territorio.

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