Iscriviti OnLine
 

Pescara, 05/11/2025
Visitatore n. 749.042



Data: 02/03/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
L'isolamento ferroviario dell'Abruzzo - Pendolari esasperati, nasce associazione. Dichiarata guerra alla Regione chiesto un incontro. Contestate le decisioni sul nascente sistema unico dei trasporti

Sono esasperati i pendolari marsicani e si consorziano in una associazione che ora ha intenzione di dare battaglia anche dal punto di vista legale. Sul banco degli imputati la Regione: il movimento, salito recentemente alla ribalta per aver chiesto nel convegno dal titolo “Marsica Capitale, un treno veloce alla Sangritana per la linea Avezzano-Roma”, che si è tenuto al castello Orsini con la partecipazione di tutti i lavoratori costretti a raggiungere il posto di lavoro con un mezzo pubblico ha attivato ben due osservatori (Trasporti ed Economia), per puntare l’obiettivo sulla Società Unica dei Trasporti della Regione Abruzzo, per fotografare la situazione patrimoniale delle tre realtà destinate alla fusione (Arpa, Sangritana e Gtm) e che darebbero origine alla Sut, appunto.
I CONSUMATORI
Si chiamano ora Civiltà Italiana i pendolari che si appoggiano anche al Credici, l’associazione di consumatori della quale è fondatore il sindacalista Pierluigi Palmieri. E dopo quell’affollato convegno al castello Orsini, appunto, ora si passa a un documento organico di critica ma anche di proposta: non è solo l’utilizzo della Sangritana come vettore sulla Pescara-Roma il cavallo di battaglia del movimento. Ora si passa a una azione politica che a giudizio dei firmatari dal documento dovrà sfociare in un summit da tenersi in Regione «probabilmente a Pescara» per parlarne con D’Alfonso e con i capigruppo regionali del quale hanno già diffuso il titolo: “Sut, allontanarsi dalla linea gialla”. «Si pensa a portare gli abruzzesi all’Expo e non si coprono con un’unica società le tratte Avezzano, Roma, Sulmona L’Aquila e le tante altre tratte che potrebbero favorire lo sviluppo economico dell’Abruzzo - si legge nel documento diffuso l’altro giorno -. Non è assurdo pensare che l’impegno (o lo spreco) di denaro pubblico che si utilizza per i trasporti in Abruzzo sarebbe sufficiente a far viaggiare tutti i pendolari d’Abruzzo in Taxi, prelevandoli comodamente a casa».
LA CRITICA
E poi la critica pesante alla situazione della Pescara Roma e dunque a Trenitalia: «Se a questi costi, ricorda Civiltà Italiana, si sommano i fondi che la Regione regala a Trenitalia ogni anno, ricevendo in cambio un servizio vergognoso (chiedete ai pendolari delle varie tratte), ci si trova di fronte a numeri spaventosi. Il problema principale è l’assenza di un vero piano Regionale dei Trasporti, con evidenti carenze di servizio». Dall’analisi che fa Civiltà Italiana, esce fuori un quadro della situazione economica e gestionale, che agli occhi della Associazione appare come «un tentativo miracoloso di mettere insieme tre cadaveri per farne un soggetto pieno di salute, ossia un tentativo di mistificazione, occultamento della verità e dei numeri. A sentire annunci roboanti del presidente D’Alfonso ci troveremo di fronte a un colosso dei trasporti.
I CONTRIBUENTI
«La verità, è un’altra - si legge nel documento - il Governo regionale è pronto al varo dell’Alitalia d’Abruzzo perché le tre società costano ai contribuenti circa 103 milioni di euro l’anno». Il costo pro capite annuale per contribuente Abruzzese sarebbe a giudizio dei firmatari di circa 150 euro. «Un altro canone sulle nostre spalle, più caro di quello Rai. Fatte le dovute proporzioni fra la popolazione abruzzese e quella italiana, lo sperpero di denaro pubblico equivale, per anno, a quello dell’operazione Alitalia. L’Arpa è una società tecnicamente fallita, è scritto anche nel suo sofferto bilancio, la situazione debitoria non lascia spazio a nessuna speranza se non quella di ricevere ulteriori iniezioni di denaro pubblico, che allungheranno l’agonia di qualche altro anno, senza affrontare il problema. Tutti hanno costi del personale pari o superiore al 50 per cento del proprio bilancio, questi semplici numeri farebbero fallire qualsiasi società in Europa nel giro di una anno, invece in Abruzzo tutto viene coperto caricando di tasse i cittadini». L’affondo dei firmatari del documento non appare affatto inopportuno: chi non ricorda i viaggi dimostrativi fatti da tutti gli esponenti della classe politica regionale quando c’erano le elezioni?

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it