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Pescara, 05/11/2025
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Data: 01/03/2015
Testata giornalistica: Il Messaggero
Tragedia a Roma. Travolge e uccide un 20enne con il bus ma la corsa prosegue. L’autista inseguito e fermato dalla polizia «Non mi sono accorto di niente». Il giallo della lite con il ragazzo

ROMA Morire di notte in pieno centro a Roma a 20 anni. È successo ad Alessandro Di Santo, investito poco dopo le 3 a Piazza Venezia, da un autobus. La dinamica però è ancora tutta da chiarire. Secondo una prima ricostruzione dell’Atac, il conducente del bus della linea N4, gestita dalla società Roma Tpl, sarebbe stato avvicinato da alcuni giovani che «gli hanno chiesto, attraverso il finestrino, di fermare il mezzo per salire. Non essendo però in area di fermata, il conducente ha respinto la richiesta ed è ripartito non accorgendosi di quanto è accaduto dopo. Nel successivo esame del mezzo, segni dell’impatto sono stati trovati vicino alla ruota posteriore sinistra».
L’INSEGUIMENTO

Il bus è stato poi inseguito e fermato dalle volanti della polizia su via Nomentana, all’altezza di viale Regina Margherita. L’autista avrebbe ammesso la discussione, precisando però di non essersi accorto di aver investito il giovane. Sottoposto dagli agenti all’etilometro, l’uomo sarebbe risultato negativo ed è stato denunciato per omicidio colposo. La mamma di Alessandro non si dà pace e continua a ripetere: «Possibile che nessuno si sia accorto che mio figlio era rimasto schiacciato sotto le ruote dell’autobus?». Il padre, dipendente dell’Atac, ha cercato disperatamente la verità per tutto il giorno. E gli amici raccontano che il loro Ale «è stato trascinato per metri».
I TESTIMONI
Del caso si stanno occupando i vigili urbani del VII Gruppo Appio, diretti dal comandante Lorenzo Botta, che per tutto il giorno hanno ascoltato autista e testimoni. Da ulteriori accertamenti sembrerebbe che una parte del gruppo di amici della vittima si trovasse già a bordo del mezzo con altri passeggeri saliti al capolinea di Piazza Venezia. Nessuno di loro si sarebbe accorto dell’investimento del ragazzo anche se alcuni avrebbero confermato di averlo visto discutere per qualche istante con l’autista prima che il bus ripartisse.
Una notte come tante da passare con gli amici di sempre, ecco cosa stava facendo Alessandro, in giro per la città a festeggiare il compleanno di uno di loro. Una notte come tante finita in tragedia. «Alcuni ragazzi erano a bordo - racconta un testimone - altri erano in ritardo e hanno tentato di raggiungerli fermando il mezzo, ma l’autista era già partito e non ha voluto sentire ragioni». Alessandro è stato trasportato all’ospedale San Giovanni dove è deceduto. Ora gli uomini del VII Gruppo stanno acquisendo le immagini delle telecamere per ricostruire la dinamica. Mentre i passeggeri sono stati invitati dal comandante Botta a presentarsi «per raccontare quello che hanno visto e sentito».
Ora oltre a tanta rabbia restano i ricordi. Immagini di un amico che non c’è più. La vita di Alessandro scorre sul profilo Facebook. Un ragazzo che amava il rap, il calcio, la Roma e odiava i pregiudizi. Solo qualche tempo fa scriveva: «Una laurea non ti rende intelligente, un completo non ti rende elegante, fare beneficenza non ti rende gentile, avere piercing e tatuaggi non ti rende una personalità border line». Era fatto così Alessandro. «Ciao bello mio, non fa danni lassù», scrive un’amica. Il ricordo di quel ragazzo che sorrideva sempre rimane impresso nelle foto, decine, che raccontano dei viaggi ad Amsterdam, delle estati passate a Ostia, dei pomeriggi davanti alla playstation insieme ai soliti amici quelli che Alessandro considerava fratelli. «Ciao sorriso, ci mancherai».

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