ROMA La brusca virata a destra della Lega, che scende in piazza contro Renzi insieme ai neofascisti di CasaPound e Alba Dorata, spaventa Forza Italia e rende sempre più difficili le alleanze in vista del voto per le regionali. Silvio Berlusconi e poi il Mattinale, definiscono «velleitario e perdente» il percorso del Carroccio che fu di Bossi verso l’estrema destra. Ma le critiche e le preoccupazioni dei forzisti non scalfiscono le granitiche certezze di Matteo Salvini, che non cambia strategia e dopo la manifestazione di piazza del Popolo non fa marcia indietro ma lancia un secco aut aut al Cavaliere. «Al di là delle polemiche vorrei sapere se Forza Italia condivide o meno le proposte della Lega. Se non le condividono, peggio per loro, perché i loro elettori sì» puntualizza il leader leghista, che sostiene di non essere imbarazzato da CasaPound: «A me imbarazzano gli sfasciavetrine che vengono da sinistra». Tutta la Lega si muove compatta dietro Salvini? Umberto Bossi non vorrebbe rompere con Berlusconi e lo dice chiaro e tondo («Non ci vuole una rottura, bisogna pensare al dopo») mentre Flavio Tosi invita a creare un’alleanza che comprenda Passera e Alfano, Berlusconi e Fitto ma anche tutta l’area popolare e liberale. «Se crei uno schema che va dalla destra all’estrena destra regali il Paese a Renzi per 20 anni» dice il sindaco di Verona, che ha ingaggiato un duello a distanza con il governatore del Veneto, Luca Zaia. Come finirà la partita? La questione sarà discussa oggi nella sede di via Bellerio ma è molto probabile che venga deciso l’invio di un “commissario” che gestisca la delicata fase delle elezioni regionali. Quanto alle alleanze nel centrodestra, il Mattinale (nota politica di Forza Italia alla Camera) invita il leader della Lega a riflettere sull’opportunità di un percorso comune ma esclude che il partito del Cavaliere possa accodarsi alla linea dettata dal palco di piazza del Popolo. «Matteo il leghista torni se stesso, rinunci al ruolo di mister Hyde. Noi non cambieremo pelle e cuore per seguirlo» si legge nella nota politica, secondo cui la manifestazione della Lega disegna un percorso verso l’estrema destra «velleitario e perdente». «Noi» aggiunge il capogruppo dei senatori di Forza Italia, Paolo Romani «possiamo avere qualcosa in comune con Bossi o con Maroni. Abbiamo poco in comune con CasaPound e poco in comune con la cultura del vaffa». Il compito di provare a ricucire il profondo strappo che divide Forza Italia dalla nuova Lega è affidato a Giovanni Toti. «Mi auguro che Salvini voglia dismettere la maschera da “Grillo di destra” e magari indossi una felpa color verde Lega... e che da domani ci si possa mettere di nuovo a discutere su come costruire l’alternativa al governo Renzi» dice il consigliere politico del Cavaliere. Quel che è certo è che le elezioni regionali si avvicinano e Berlusconi dovrà scegliere al più presto i suoi compagni di viaggio. Un invito a decidere in fretta arriva dal presidente dei senatori di Area Popolare, Renato Schifani, che chiede coerenza al Cavaliere: «Forza Italia decida se stare con la Lega di Salvini o correre alle regionali con Area Popolare di Ncd e Udc sia in Veneto sia in Campania». Ad attaccare la linea estremista del Carroccio è anche Famiglia Cristiana, che invita Salvini a non utilizzare il nome di Don Milani per le sue manifestazioni. «Se fosse vivo il prete di Barbiana, dove le porte erano aperte, sarebbe esattamente tra chi il leader della Lega vuole cacciare: tra gli immigrati, nei campi rom, in mezzo ai rifugiati. Per questa ragione diciamo: caro Salvini, per favore, giù le mani da don Milani...» scrive il settimanale dei paolini in un articolo pubblicato on-line.