«È morto un ragazzo di 20 anni e dobbiamo capire perché. Chiunque sabato notte fosse lì, venga a testimoniare al comando generale dei vigili urbani. Sei persone sono già state sentite sul posto, un ragazzo di Napoli ed un altro di Roma si sono presentati poi per rendere dichiarazioni spontanee». Lorenzo Botta, comandante del Gruppo Appio della Polizia Locale, lancia un appello ad altri eventuali testimoni dell’investimento di Alessandro Di Santo, avvenuto in piazza Venezia tre giorni fa. Il 20enne romano della Prenestina era insieme a cinque amici quando è stato schiacciato dall’autobus che aveva tentato di prendere al volo. Erano le 3,50 quando, di ritorno da una festa in centro, si è avvicinato al finestrino dell’autista del notturno N4, gestito dalla Tpl Roma, per chiedergli di farlo salire con gli altri. Il conducente, un 30enne risultato negativo all’alcol e al drug test, era in partenza da piazza Venezia. «Non essendo in area di fermata – spiegano in una nota dall’Agenzia per la Mobilità -, ha respinto la richiesta ed è ripartito non accorgendosi di quanto è accaduto dopo. Nel successivo esame in rimessa, segni dell'impatto sono stati trovati vicino alla ruota posteriore sinistra». Denunciato per omicidio colposo, è stato fermato dalle forze dell’ordine in via Nomentana dopo aver fatto regolarmente tutte le fermate della tratta. Quando si è visto salire di corsa tre del gruppo, deve aver pensato fossero tutti: non ha visto, non ha sentito cosa è successo pochi secondi dopo che le porte si sono chiuse. Alessandro, rimasto a terra insieme ad un altro amico, ha provato a rincorrere il bus ma è stato investito durante la manovra dalla ruota posteriore. Il ragazzo che era con lui e che se l’è visto morire davanti, ha chiamato un’ambulanza. Ha urlato, ha chiesto aiuto, ma nessuno fra le trenta persone a bordo del notturno, si è accorto di nulla. Al vaglio degli agenti i filmati delle telecamere di videosorveglianza in piazza. «Possibile che il conducente non abbia sentito?» chiede disperata la mamma dello studente. Sulla pagina facebook del ragazzo i saluti commossi degli amici e della professoressa: «Dolce e sensibile, non dimenticherò mai il tuo andare dinoccolato e il tuo sorriso furbo».