PESCARA E nei giorni scorsi, a partire proprio dal giorno dell’ondata di maltempo, accompagnato da piogge e vento freddo del 5 marzo, vicino alla stazione ferroviaria di Pescara centrale si sono rivisti alcuni senzatetto accamparsi sotto al tunnel, nei pressi di un bagno chimico installato nei mesi scorsi proprio per ovviare ai bisogni di chi non ha più una casa dove andare a dormire. Anche all’inizio di questa settimana, nella zona, si sono notate sul marciapiede diverse suppellettili, come materassi e cuscini ripiegati, ma anche bustoni di plastica contenenti del vestiario, accatastati vicino al vespasiano, in prossimità di via Bassani, e poi dei cartoni di solito usati dai clochard per sistemarsi sui marciapiedi. Sembra dunque non essere cambiato nulla, in riferimento a quanto accadde l’anno scorso, quando dal 20 gennaio Rete ferroviaria italiana decise di chiudere la stazione, dalle 23.15 alle 4.45, con i senzacasa dirottati all'addiaccio. Ora infatti i barboni sono tornati e proprio in questi giorni in cui il freddo è tornato a farsi sentire. Un’emergenza sociale, ma probabilmente anche sanitaria, che rifà capolino in città. Situazione che l’anno scorso era stata affrontata congiuntamente dalla prefettura, dalle forze dell’ordine e dalle associazioni di volontariato. Tra l’altro, lo scorso anno, tra i senza tetto era stata notata anche la presenza di una persona che passava la notte su una sedia a rotelle, per la quale l’associazione On the road aveva provveduto a una sistemazione. Spesso, però, come ha fatto notare la Caritas in alcune occasioni, sono gli stessi homeless a non volersi recare nei dormitori. «Noi non abbiamo un dormitorio», aveva detto l’anno scorso, Antonello Salvatore, della onlus On the road, che con Train de vie, il sodalizio che ha sede proprio a pochi metri dalla stazione centrale, lungo via Ferrari, ogni mattina, provvedeva a sfornare decine di colazioni proprio per i senzatetto. «E dunque per la notte non li possiamo ospitare. Ma questa è una situazione che va risolta, perché non si può andare avanti con soluzioni tampone. Queste persone devono essere seguite».