L’AQUILA Non c’è pace nella travagliata vicenda della metropolitana di superficie, l’incompiuta – da smantellare – che nella migliore delle ipotesi costerà alle casse comunali altri svariati milioni di euro. La Guardia di Finanza ha acquisito i documenti relativi alla trattativa avviata ormai da tempo, ma non ancora chiusa, tra il Comune e la concessionaria Cgrt, capitanata dall’imprenditore Eliseo Iannini. Un’acquisizione di atti che ha spinto il sindaco Massimo Cialente a recarsi in Procura per chiedere lumi sulle ipotesi di reato che sarebbero alla base di questa indagine. «Sono andato dal procuratore», afferma Cialente, «perché questa è una vicenda davvero sconcertante, visto che si sta ancora ragionando sul da farsi, sul come chiudere questa tragedia ereditata dalla giunta Tempesta». Il tentativo di transazione riguarda i costi sostenuti dal concessionario e non ancora saldati. Iannini punta chiudere a la partita incassando 8 milioni, più o meno la cifra indicata nella prima perizia affidata dal Comune all’avvocato Cerulli Irelli. A questa ne è seguita un’altra, a firma dell’ex provveditore alle opere pubbliche Donato Carlea, che fissa in 5 milioni e mezzo il conto da pagare alla Cgrt. Il tutto mentre è pendente al Tar il ricorso di Iannini contro l’annullamento della commessa, operato dalla giunta Cialente all’inizio del 2009, con tanto di richiesta di un risarcimento record. Nelle scorse settimane il Comune aveva mostrato la disponibilità a portare a 6 milioni e mezzo la somma da versare a Iannini, ovvero il residuo del finanziamento dell’opera che il ministero delle Infrastrutture minaccia di revocare. Cialente lunedì sarà a Roma per trattare la questione. In quanto alle indagini appena avviate, per il primo cittadino «si sta inaugurando la stagione della giustizia preventiva».