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Pescara, 14/05/2025
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Data: 14/03/2015
Testata giornalistica: Il Centro
Sicurezza, multe all’università. Il rettore Luciano D'Amico le paga di tasca propria

TERAMO Tira dritto. Forte dell’appoggio incondizionato dell’ateneo. Il rettore Luciano D’Amico mercoledì nella riunione del Cda e poi del senato accademico ha superato il giro di boa del suo piano di rilancio dell’università. E lo ha fatto arrivando con un fardello personale da 50mila euro. A tanto ammontano le ammende che sta pagando in questi giorni per una serie di irregolarità nella normativa inerente alla sicurezza delle sedi dell’università. Soldi che pagherà di tasca propria. Tutto è iniziato il 28 aprile 2014 quando, dopo una serie di esposti, i vigili del fuoco hanno fatto una serie di verifiche nell’ex rettorato di viale Crucioli, nell’ex Motorizzazione e nell’ex Molinari dov’era Veterinaria e al campus di Coste Sant’Agostino. Adesso D’Amico ha ricevuto due verbali di accertamento per la violazione di norme in materia di sicurezza che può essere estinta col pagamento di un’ammenda. E così il rettore sborserà quasi 50mila euro per i due verbali appena ricevuti e per altri due in arrivo. In particolare dovrà pagare 1.200 euro circa perchè nell’ex rettorato, già inutilizzato all’epoca delle verifiche (è stato chiuso nell’aprile 2013), il vano caldaie non ha una porta a chiusura automatica. Ancora più cospicua l’ammenda per l’ex Motorizzazione – nel marzo 2013 era stata avviata la dismissione – dove sono stati rilevati, ad esempio, armadietti nei corridoi e insufficiente segnaletica di sicurezza che costeranno a D’Amico più di 13mila euro. Il rettore a questo punto ha proposto sia al Cda che al senato accademico un momento di riflessione. Una valutazione sulla giustezza del cammino di rilancio intrapreso. Pronto a fare un passo indietro. La reazione è stata corale e compatta. Entrambi gli organismi all’unanimità gli hanno chiesto di proseguire nel piano garantendo il massimo del sostegno. Non solo: sia docenti che studenti hanno proposto di concorrere al pagamento della multa, rinunciando ai gettoni di presenza. Offerta che D’Amico ha rifiutato. «C'è una posizione di totale appoggio e solidarietà al rettore rispetto a tutta questa vicenda», commenta Stefano Traini, preside di Scienze della comunicazione, «sono problemi di sicurezza atavici, che riguardano rettorati precedenti. Ci sembra assurdo che un rettore che ha avviato un’azione innovatrice così forte e si assume delle responsabilità debba pagare per questo. Che qualcuno con degli esposti possa fermare questi cambiamenti non è pensabile. Ma è importante che il senato accademico sia stato totalmente compatto nel dare la sua solidarietà al rettore: l’organo di indirizzo politico dell'ateneo ha fatto registrare interventi accorati e a volte commossi». Traini ieri ha svolto una riunione con il personale amministrativo: si stanno studiando ulteriori manifestazioni di sostegno. Piena solidarietà anche dagli studenti. «Noi studenti abbiamo detto», aggiunge Davide Cordoni rappresentante nel Cda, «che l'università si è risollevata grazie alla nuova motivazione del personale docente e amministrativo e degli studenti, impressa da D’Amico. Ho visto tre rettori: con lui non c'è stato un cambio di passo, è proprio cambiata l'auto. Noi abbiamo dato pieno appoggio alle sue scelte e piena disponibilità alla collaborazione. Il Cda è stato compatto, anzi di più. Lui l'università l'ha portata fuori dal guado, ora sta facendo di più: vuol farla spiccare nel panorama abruzzese. Ma c'è qualcuno che cerca di mettergli i bastoni fra le ruote. Ben vengano le prescrizioni sulla sicurezza: ci chiediamo solo come mai in altri grandi enti non ci siano tutti questi controlli». Dalla parte del rettore anche gli studenti nel senato. «Nella riunione c’è stata una componente emotiva forte», aggiunge Vittorio Sarchese, «prima di D'Amico eravamo fanalino di coda, ora ha introdotto una rivoluzione nel modo di vedere l'università, basti pensare al patto con lo studente, che ha eco in tutta Italia. Il senato gli ha confermato piena fiducia, ancor di più la coesione attorno al suo piano, come fosse una grande famiglia. Per noi il rettore è diventato come un padre, ci riceve tutti i giorni, riusciamo a parlare direttamente con lui».

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